Ai Mondiali ‘domina’ il recupero: tantissimi minuti. Così anche in Serie A?
In questi primi tre giorni dei Mondiali si è vista una particolarità inattesa: un’infinità di minuti di recupero. Si tratta di una direttiva della FIFA, perciò bisogna stare attenti perché nel 2023 potrebbe arrivare anche in Serie A.
COME UN SUPPLEMENTARE – Nei primi tre giorni dei Mondiali ci sono state oltre due ore (!) di recupero in appena otto partite. In pratica un tempo in più di media, con ben ventisette minuti nella sola Inghilterra-Iran 6-2. E anche stasera, sul 4-1 di Francia-Australia (vedi articolo), ne sono arrivati sette nonostante il risultato già in archivio. Perché? Si tratta di una direttiva della FIFA, spiegata dal presidente della commissione arbitrale Pierluigi Collina: «Quello che vogliamo evitare è avere una partita che dura 42, 43, 44 o 45 minuti di tempo effettivo, questo è inaccettabile. Voglio sottolineare l’esultanza per un gol, perché è un momento di gioia per una squadra ma per l’altra forse no. Ma un’esultanza può durare un minuto, un minuto e mezzo: perciò, se ci sono due o tre gol in un tempo, è facile perdere tre, quattro o cinque minuti solo per i festeggiamenti ai gol. Questo è da considerare e compensare».
ANCHE IN ITALIA? – È chiaro che la visibilità globale dei Mondiali faccia sì che le novità poi vengano portate nei campionati nazionali. La Serie A già di recente ha visto recuperi allungati per le esultanze (qualcuno ricorda Fiorentina-Inter?), il “rischio” è che questa tendenza prenda piede nel 2023 anche oltre il Qatar. Con partite che supererebbero abbondantemente i cento minuti complessivi. Se ne riparlerà dopo i Mondiali.