Sanchez-bis all’Inter tra due fuochi: in uno Lukaku, nell’altro Perisic
Sanchez di ritorno all’Inter fa notizia solo per chi da circa un mese e mezzo ha perso di vista il contatto con la realtà. Contatto con la realtà che adesso è richiesto anche al cileno, che dopo un anno fa lo stesso “rischioso” percorso di due illustri predecessori. Perisic prima, Lukaku poi
RISCHIO DA CALCOLARE – Tornare a casa non è sempre una buona idea. A volte lo è. Sicuramente è una scelta romantica. Romantica e rischiosa. Perché la linea che separa una semplice minestra riscaldata da una doccia gelida è sottilissima. E in questo caso non si parla né di cibo né di igiene personale. Il ritorno a casa, quando si parla di calcio, è una storia tutta da scrivere. Riscrivere. Trascrivere. In meglio o in peggio. Soprattutto quando il ritorno a casa è forzato o poco convinto. O magari quando è la precedente partenza a essere forzata. Insomma, tornare a casa per un calciatore è sempre rischioso. Nello specifico, tornare a casa un anno dopo l’addio, che si trasforma improvvisamente in arrivederci, è un rischio ancora maggiore. Premessa doverosa ma non perdiamoci in altre chiacchiere: Alexis Sanchez è tornato a casa. Un anno dopo i saluti, conditi da non poche polemiche. Praticamente, il classe ’88 cileno torna a Milano dopo un anno di Erasmus (tutto pagato!) a Marsiglia. Sanchez torna all’Inter dopo la sua migliore stagione dell’ultimo lustro abbondante. Dal 2017 non si vedeva un Nino Maravilla così continuo, perfino in zona gol. Le 18 reti segnate con la maglia dell’Olympique Marsiglia sono un ottimo biglietto da (ri)visita a Milano. Nel precedente triennio nerazzurro non va oltre i gol 20 complessivi. E da qui ripartirà, pur ritrovandosi a un bivio: Sanchez può migliorare il ricordo lasciato all’Inter fino a un anno fa… o peggiorarlo. Non ci sono alternative ma un paio di ottimi esempi da considerare.
Perisic insegna, Lukaku pure ma al contrario
DUE FUOCHI ESEMPLARI – Gli ottimi esempi recenti da prendere in considerazione adesso sono esattamente due. Il primo è Romelu Lukaku, tornato all’Inter dopo una stagione [nel complesso fallimentare e da separato in casa] al Chelsea ma facendo un buco nell’acqua (nonostante i 14 gol segnati partendo spesso dalla panchina, ndr). Il Lukaku del biennio precedente (2019-2021), autore di 64 gol complessivi, non si vede mai e alla fine scappa via senza nemmeno far partire l’operazione riscatto ipotizzata dall’Inter. Il secondo è Ivan Perisic, tornato all’Inter dopo una stagione [nel complesso positiva ma non da protagonista assoluto] al Bayern Monaco in prestito ma senza ottenere il riscatto. Il Perisic del quadriennio precedente (2015-2019), autore di 40 gol complessivi – e praticamente altrettanti assist -, si rivede ed è addirittura migliorato. Altre due stagioni al top, con 15 gol e i soliti assist tra il 2020 e il 2022, prima dell’addio a parametro zero in direzione Tottenham. Senza altri esempi: il Lukaku-bis e Perisic-bis sono i due fuochi in cui si muoverà Sanchez una volta ripreso contatto con il mondo Inter. E il finale non è mica scontato.
Il vecchio nuovo Sanchez per la nuova Inter
UNA SOLA RICHIESTA – Il ritorno di Sanchez all’Inter può essere considerato un azzardo. Una mossa disperata. Una scommessa gratuita. Comunque la si voglia presentare, la verità è che a nessuno interessa veramente la funzione dell’attaccante cileno a fine carriera. Che sia la quarta o la quinta punta a disposizione di Simone Inzaghi, che magari continuerà a considerarlo ancora come terza opzione o addirittura titolare, poco importa. Che faccia altri 6-7 gol per mantenere la sua media all’Inter oppure raddoppi la cifra in stile Marsiglia o la dimezzi, importa ancora meno. La missione di Sanchez non può più essere solo personale. Il cileno non deve dimostrare il proprio valore a 35 anni (da compiere il 19 dicembre, ndr) attraverso statistiche inutili. Deve farlo (ri)mettendosi a disposizione per riprendere il percorso interrotto bruscamente, anche per via di errori individuali poi pagati cari dalla squadra. Ed è questa l’unica cosa che gli si chiede adesso: la seconda vita nerazzurra di Sanchez può essere un boomerang. Nella speranza che per l’Inter sia una “sfida collettiva” come per Perisic anziché una “missione personale” come per Lukaku…