Sommer pagato per non parare: l’Inter scopre il numero 1 non protagonista
Sommer riesce a prendersi la scena in maglia Inter anche quando è più facile giudicare la sua prestazione con un banale SV (senza voto, ndr). Merito delle statistiche sempre in continuo aggiornamento sul suo conto. E soprattutto del suo approccio da antieroe non protagonista
RUOLO NORMALIZZATO – La bravura di un portiere non sta nell’evitare il maggior numero di gol all’aumentare dei tiri ricevuti nello specchio della porta. Bensì farsi trovare pronto quando chiamato in causa. Il primo è lavoro, il secondo lavoro fatto bene. Guidare la difesa e urlare “presente” quando la conclusione arriva. L’estremo difensore è il ruolo più delicato di una squadra di calcio. L’unico calciatore considerato non “di movimento” ma sappiamo bene che non è più così nel calcio moderno. Un portiere come Yann Sommer sintetizza tutti questi concetti. Passata la moda dell’esaltazione della normalità, l’Inter si ritrova a raccogliere i frutti prodotti da un portiere che più normale non si può. Sommer non solo non fa miracoli ma nemmeno pensa di doverli fare. Il classe ’88 svizzero para quando c’è da parare. E a volte non fa nemmeno quello ma senza creare polemiche. Perché non crea nemmeno aspettative da supereroe. Il portiere può sbagliare. Certo, se non sbaglia è meglio! Il portiere normale, però, deve soprattutto calarsi nei panni che gli competono: sapere di non essere “Il” protagonista oggi è il segreto del successo.
L’Inter si gode la normalità del n.1 Sommer
SPETTATORE FELICE – Per troppi anni ci si è focalizzati sul ruolo del numero uno che deve per forza salvare il salvabile. Gol inevitabili perché figli di tiri imparabili e highlights di grandi parate ma anche di altrettanti papere. Perché il portiere può sbagliare ma deve essere lui stesso il primo ad accettarlo. In questa stagione va di moda contare i clean sheet di Sommer in maglia Inter, che sono già 19 divisi tra Serie A (14), Champions League (3) e Supercoppa Italiana (2). Porta inviolata in diciannove partite su ventinove (65%). L’ultima in Inter-Juventus (1-0). Felice ma senza sporcarsi i guantoni. Solo 12 gol subiti nelle restanti dieci uscite tra Serie A (10) e Champions League (2). I numeri stagionali di Sommer a difesa della porta dell’Inter dicono tanto ma non dicono tutto. Dicono che l’Inter di Simone Inzaghi ha la miglior difesa, intesa proprio come organizzazione della fase difensiva, in Italia e tra le migliori in Europa. E dicono soprattutto che si può pagare un portiere anche per non parare: Sommer finisce (sorridente) in copertina perché è il numero 1 di un’Inter bella e vincente. L’esaltazione della normalità che va oltre le statistiche.