Bisseck: «Io pilastro dell’Inter? Una sensazione! Difficile trovare di meglio»
![Yann Bisseck Inter-Lecce](https://www.inter-news.it/files/2023/12/fc-internazionale-v-us-lecce-serie-a-tim-780x470.jpg)
Prosegue l’intervista rilasciata quest’oggi da Bisseck, dove mostra quanto fatto in questa stagione all’Inter. Una crescita netta, che sottolinea a Transfermarkt.
SEMPRE PIÙ IN FIDUCIA – Bisseck, dopo la prima parte dell’intervista, si autovaluta l’annata: «Mi avevano detto che giocare dieci partite per l’Inter sarebbe equivalso a una buona stagione. Quindi direi di sì (21 presenze per un totale di 1162′, ndr). Non posso lamentarmi ma non sarei stato felice se non avessi giocato. È così che deve essere un atleta. Ora voglio fare il passo successivo per la prossima stagione: giocare i big match, la Champions League. E punto gli occhi alla Nazionale. Io un pilastro dell’Inter? I veterani del club mi hanno dato la sensazione che possa diventarlo. Questo mi piace. Mi hanno parlato più di quanto mi aspettassi. Non devo nascondermi, ho qualità uniche. E l’allenatore sa quanto valgo».
IL RAPPORTO – Bisseck racconta come ha lavorato con Simone Inzaghi: «All’inizio non riuscivo a esprimermi in italiano, quindi non abbiamo parlato (ride, ndr). Esisteva una barriera linguistica ma non ha mai pensato che non fossi abbastanza bravo. Avevo anche sentito che fosse in difficoltà a panchinarmi perché sapeva che valevo una maglia. Ora che comprendo la lingua, mi spiega delle cose, mi dice di pazientare, che sono sulla strada giusta. È una persona davvero di cuore».
La crescita di Bisseck un vantaggio anche per l’Inter
MENTALITÀ DA BIG – Bisseck ritiene di poter arrivare fra i migliori del suo ruolo: «Tutto va parametrato. Per esempio, mio padre guarda i percorsi di altri grandi difensori e nota che in tanti non erano titolari in un club come l’Inter alla mia età. È una visione che adoro. Ho fatto la mia parte nella stagione d’esordio, seguo un cammino positivo. Non va dimenticare che il ruolo del difensore è speciale, non puoi semplicemente essere gettato in campo e soprattutto non in Italia. Sento di essere vicino al massimo che un giocatore può raggiungere in una carriera. Ci sono ancora club con un certo fascino ma se riesci a essere un punto fermo dell’Inter, hai già raggiunto la vetta. Dopo un anno qui posso dire che in futuro sarà difficile trovare qualcosa di migliore».
MATURAZIONE IN CORSO – Per Bisseck l’Inter è stata la scelta giusta per imparare a fare il difensore completo: «È uno dei motivi per cui ho scelto di venire qui. Sono un difensore ma mi piace anche avanzare. Per questo a volte devo ricordarmi che il mio primo compito è difendere e questo è un aspetto sul quale posso lavorare. In Italia impari esattamente quiesto: come muovermi, quando fermarmi, come rimanere in linea. Mi avevano detto che ci vogliono nove mesi per un difensore ad abituarsi al campionato. Un’esagerazione ma tre-quattro mesi ci vogliono sicuramente. Valore di mercato? Non sono cose sulle quali mi soffermo ma se gioco con maggiore continuità e mostro quello che si aspettano da me potrei salire fino a trenta-quaranta milioni di euro. Credo sia realistico».