Thuram: «Accettare l’Inter facile! Squadra fortissima, San Siro speciale»
Marcus Thuram non ha raccontato solamente il suo arrivo all’Inter. Il giocatore su gqitalia.it ha rivelato anche qualche aneddoto sulla sua vita e sul momento politico della Francia.
INTER – Marcus Thuram spiega la scelta nerazzurra di un anno e mezzo fa: «Accettare l’offerta dall’Inter è stata una scelta facile: prima di venire a Milano guardavo i miei futuri compagni in televisione, vedevo che erano una squadra fortissima, sono arrivati a giocare una finale di Champions League. E poi c’è San Siro: avere la possibilità di giocare in uno stadio del genere è davvero fantastico, credo sia una di quelle cose che sognano tutti i bambini che iniziano a giocare a calcio. San Siro mi dà una spinta e un’energia che non ho mai ricevuto in nessun altro stadio, in tutta la mia carriera».
Thuram tra vita e politica: il lato extra-campo
VITA – Thuram ricorda poi le fasi principali della sua vita: «Ho vissuto in Italia, in Spagna, in Germania, in Francia. In tutti questi Paesi ho imparato la lingua e ad amare le tradizioni locali, soprattutto il cibo. Per me è stato un vantaggio, senza dubbio. Aver conosciuto dall’interno così tanti luoghi mi ha reso diverso da chi, tanto per fare un esempio, nasce e resta sempre nello stesso posto, senza muoversi mai. Io accetto tutti, anche chi è diverso da me. Chi invece non è abituato a vedere persone diverse tra loro fa più fatica ad accogliere certi cambiamenti. Ma non si tratta di cattiveria, semplicemente le persone hanno paura di ciò che non conoscono. Io sono convinto che non esistono differenze tra le persone. E credo che, se vogliamo fare e avere un bel mondo, c’è bisogno di tutti. Senza distinzioni»
POLITICA – Il calciatore infine dà un suo parere politico: «Questa estate RN stava per andare al potere, e così io e altri giocatori della Francia siamo andati in conferenza stampa e abbiamo detto quello che pensavamo, quello che ritenevamo giusto. Credo che siamo riusciti a esprimere il pensiero di tanti ragazzini neri o di altre minoranze che vivono in Francia, e che non possono assolutamente accettare certe politiche. In fondo anche noi eravamo così, dei ragazzini francesi, quindi sapevamo di cosa stavamo parlando. E siamo riusciti a fermare ciò che volevamo fermare».