L’Inter ha ripreso dopo la sosta per le nazionali con la vittoria per 2-0 di ieri sera sull’Empoli. Un successo che – finalmente – permette di tornare al calcio giocato, dopo oltre quindici giorni in cui si era parlato di molto altro.
QUELLO CHE SERVIVA – Inter-Empoli 2-0 si può definire la partita della ripartenza. Non che sia necessario, per una squadra prima in classifica a +14 sulla seconda con otto giornate ancora da disputare, ma era quello che serviva. E serviva farlo velocemente, per cancellare venti giorni di rogne in cui si era parlato di molto altro. L’Inter non vinceva dal 9 marzo, lo 0-1 al Bologna targato Yann Bisseck. Poi la rovinosa eliminazione ai rigori in Champions League contro l’Atlético Madrid e il pareggio per 1-1 contro il Napoli. Partita di cui tutti si ricordano non il risultato ma le polemiche legate al caso Acerbi-Juan Jesus. Poi la sosta, arrivata nel momento peggiore perché ha permesso a troppi di sparlare.
MA QUALE CALO! – Vero, l’Inter vista ieri contro l’Empoli non è stata certo scintillante. Anche perché ancora una volta è mancato l’attacco, con Marcus Thuram e Lautaro Martinez a digiuno rispettivamente dal 16 e 28 febbraio. Ma a questo punto della stagione chi faccia gol (nello specifico, spesso i difensori) e come è irrilevante: conta solo vincere. Servono al massimo undici punti su ventiquattro nelle ultime otto giornate, non importa che arrivino con prestazioni al di sotto degli standard abituali. Perché l’Inter il suo l’ha già fatto, e alla grande. Chi mette in discussione il dominio visto finora farebbe bene a piantarla di mistificare la realtà: con 25 vittorie su 30 giornate, 79 punti, differenza reti +59, 73 gol fatti e 14 subiti, +14 sulla seconda, il capocannoniere della Serie A e un rendimento superiore anche al Napoli schiacciasassi dell’anno scorso ogni discussione è superflua. Nonché falsa e scorretta.
CHIUDERE I CONTI – Aver vinto permette all’Inter di passare una settimana molto più tranquilla delle ultime tre. Perché dopo Madrid si era innescato di nuovo il vortice delle polemiche, prima per l’uscita dalla Champions League e poi per la vicenda Acerbi. Un qualcosa che aveva annacquato il giudizio su una squadra il cui percorso stagionale rasenta la perfezione. E tutto o quasi perché arrivato prima di due inutili settimane di sosta per amichevoli delle nazionali. Ora è tornato il campo, giudice supremo e unico, che ha detto come l’Inter abbia reagito. Rispondendo a chi durante la sosta si era illuso che la squadra di Simone Inzaghi stesse dando dei segnali di cedimento. Nelle prossime partite servirà raccogliere quanto prima i punti che mancano per l’aritmetica, in modo da far partire la festa. Così certe tabelle emerse nelle ultime settimane farebbero ancora più ridere di quanto già non lo facciano ora.
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