Inter, la manifesta superiorità nel derby ora apre un mondo nuovo
L’Inter ha ripreso la Serie A dopo la sosta nel migliore possibile dei modi, devastando il Milan con un 5-1 che non lascia spazio a equivoci. E ora, con l’inizio della Champions League, si fa sul serio.
LA RISPOSTA CHIARA – Prima del derby Inter-Milan c’erano tanti interrogativi. Uno riguardava il primo vero test della stagione, dopo un “calendario favorevole” (secondo alcuni, poi ci sarebbe da ridire anche su questo) e al termine di una sosta per le nazionali con diciassette convocati. Un altro era la tenuta mentale della squadra chiamata a fare l’andatura e prendersi la testa della classifica. Un terzo, forse quello con più contenuti, la necessità di dare conferme. Punti di domanda tutti spazzati via fra le 18 e le 20 di sabato, col 5-1 valso il primato in solitaria. Una prova di forza eccezionale, entusiasmante, per certi versi inattesa, che sposta in alto l’asticella per l’Inter dando anche tanto valore a questo gruppo. E cancella anche certe dicerie di ex allenatori ancorati al passato.
I MIGLIORAMENTI – L’Inter ha fatto tesoro degli errori dell’anno scorso. Fra questi: sbagliare i big match in avvio di campionato, accontentarsi di un solo gol, non concretizzare tutte le occasioni, veder calare il livello della rosa con certi cambi. Il filotto iniziale di quattro vittorie dimostra un netto passo avanti rispetto a dodici mesi fa (dove a inizio settembre era arrivato un KO proprio nel derby), sui gol manco a parlarne. Ed è cambiato molto a livello tattico, con giocate più rapide, ribaltamenti di fronte immediati e verticalizzazioni devastanti per gli avversari. Questo grazie a Marcus Thuram, ma non solo: è tutta la squadra che sta dando delle risposte di qualità, dagli esterni ai subentrati. Che, soprattutto nel quarto e quinto cambio, non si chiamano più Roberto Gagliardini o Joaquin Correa. Quello che si chiedeva a una finalista di Champions League, e proprio dalla coppa comincia il secondo fronte.
IL PASSO SUCCESSIVO – L’umiliante 5-1 nel derby, nonostante nei primi quattro minuti la palla ce l’avesse solo la squadra di Stefano Pioli (in Champions League erano stati sette, le partite ne durano novanta più recupero…), dimostra che l’Inter c’è. E che non solo può, ma deve lottare per il vertice in questa Serie A. Ma ora inizia anche la Champions League, dove bisogna dimostrare che la finale di cento giorni fa non era una casualità. Questa squadra ha ancora tanto da dire, le quattro vittorie iniziali devono essere un punto di partenza. Con due caratteristiche, viste nei primi 360′ ufficiali, da portare già dalla Real Sociedad: fame e voglia. A tratti, anche nel derby, si è vista una squadra rabbiosa (nel senso buono del termine), convinta di dover raggiungere l’obiettivo vittoria. In Europa queste cose contano, e dal far bene in tutte le competizioni passano le fortune della stagione dell’Inter.