Inter, tranquilla! Inzaghi lo sa bene: dopo Istanbul c’è sempre Atene
L’Inter di Inzaghi chiude la sua stagione con una sconfitta a Istanbul in Finale di Champions League. Nulla di diverso da quanto pronosticato praticamente da chiunque fino alle 21:00 del 10 giugno 2023, quando la paura di vedere una clamorosa vittoria nerazzurra manda in tilt un intero Paese anti-Inter. Ma il bello di Istanbul è che poi c’è sempre Atene, inutile disperare ora
FINALE AMARA – Vedi Istanbul e poi piangi. È successo al Milan nel 2005, succede all’Inter nel 2023. I diciotto anni trascorsi dalla più clamorosa Finale di Champions League della storia non significano maturità – calcistica – per la città di Milano. La quinta Coppa dei Campioni messa in bacheca dal Liverpool, nel giorno della decima finale del Milan, insegna. Può andarti male a Istanbul ma poi c’è sempre Atene, dove va in scena il remake appena due anni dopo. Nel 2007, quando arriva la settima Champions League del Milan a rovinare la settima finale del Liverpool, non c’è storia. La firma è quella di Filippo Inzaghi, l’attaccante più forte della famiglia. Due gol pesantissimi del Campione del Mondo piacentino. Una doppietta che sarebbe servita al fratello Simone Inzaghi (vedi focus) per avere la meglio su Pep Guardiola, l’allenatore più quotato a livello internazionale. E invece a Istanbul, purtroppo, la festa è solo per il Manchester City, che trova in Rodri il suo Jimmy Grimble (vedi focus). Nessun merito extra o demerito altrui, semplicemente va così. Un episodio che gira bene e può bastare l’1-0. Onore a vincitori e vinti.
Da Istanbul ad Atene anche per l’Inter di Inzaghi
REAZIONE MATURA – L’esempio del Milan è utile. Non allevia il dolore di chi tifa Inter ma non è nemmeno il caso di parlare di dolore. La sconfitta fa parte del calcio. E l’unica certezza è che non si può parlare di fallimento nerazzurro dopo Manchester City-Inter (vedi analisi tattica). Saper reagire è il primo passo per vedere Atene. Magari per vedere un altro Inzaghi protagonista in Finale di Champions League. Costruire il futuro, anziché distruggerlo, su basi più solide rispetto a quelle attuali. In campo si può migliorare. La panchina anche, ma non nel profilo di Simone Inzaghi, che non è solo l’allenatore migliore in famiglia. La dirigenza può ottimizzare il suo operato soprattutto in sede di calciomercato. E molto del futuro dipenderà da quello di Suning e quindi dai piani del Presidente Steven Zhang (vedi focus). L’Inter di oggi, presentata come “seconda squadra più forte di Europa” è un bug. Un bug i cui meriti sono da attribuire al lavoro di Inzaghi su un gruppo-squadra per lunghi tratti della stagione disorientato. Ma la storia insegna, per fortuna: dopo Colonia c’è stato il 19° Scudetto. Dopo Istanbul ci sarà un’altra Atene, senza perdere di vista tutti gli obiettivi in Italia. A partire dalla seconda stella, magari… Grazie, Inter.