Monza-Inter termina sul risultato di 1-1 e lascia l’amaro in bocca a Simone Inzaghi e ai suoi giocatori. Non si tratta di un risultato disastroso, intendiamoci. L’Inter resterà competitiva e lotterà per riconfermare anche questo scudetto, ma il modo in cui questo punto è stato conquistato solleva alcune questioni importanti.
TROPPO LENTI – Monza-Inter si gioca a ritmi lenti, lentissimi, sin dal primo tempo. O meglio: sicuramente non nei standard della squadra allenata da Inzaghi. Il Monza, ben organizzato da Nesta, ha capito subito che difendere bene era la chiave per non concedere spazi a un’Inter che non riusciva a far girare rapidamente la palla. Qui sorge il primo interrogativo: perché così macchinosi? E basta definirlo turnover “eccessivo”. Inzaghi ha agito con intelligenza, pensando anche agli impegni imminenti contro Manchester City in Champions League e il derby contro il Milan. Ha fatto scelte ragionate, inserendo Asllani davanti alla difesa e dando una chance a Frattesi. Eppure, il gioco non è decollato.
DOMANDE – La reazione all’1-0 subito all’81’ minuto è stata positiva. Il gol di Dumfries, arrivato appena sei minuti dopo, ha dimostrato che l’Inter ha carattere e non si arrende. Tuttavia, il problema principale resta la gestione delle partite: la squadra ha bisogno di imparare a sbloccarle prima e a sfruttare le occasioni che crea. Anche il debutto di Zielinski ha evidenziato quanto ancora debba inserirsi nei meccanismi di squadra. L’Inter non ha perso, ma ha sollevato dubbi che dovranno essere risolti in fretta, soprattutto in vista degli impegni cruciali all’orizzonte.
VALUTAZIONE – Un altro tema importante riguarda l’impiego di Hakan Calhanoglu. Certo, potrebbe esserci stata una questione di condizione fisica, ma è curioso come il centrocampista non sia stato utilizzato da Inzaghi, nonostante i soli 70 minuti totali disputati con la maglia della Turchia in due partite differenti. Forse non era al meglio, ma ci si chiede se un giocatore della sua qualità non potesse fare la differenza in una partita così bloccata. Anche Inzaghi ha ammesso degli errori, lasciando intendere che alcune scelte potevano essere diverse. Per esempio, anche il mancato utilizzo di Nicolò Barella.
ENNESIMA PROVA – Un altro tema interessante riguarda Frattesi, protagonista con la Nazionale ma ancora acerbo per i ritmi dell’Inter. Ha talento, nessuno lo nega, ma ieri ha dimostrato che il salto di qualità richiesto per essere titolare fisso non è ancora stato compiuto. Somiglia tanto al Barella dei tempi di Cagliari: grezzo, energico, ma senza quella capacità di gestione che caratterizza i centrocampisti più maturi.
CRISI? – Poi c’è il problema Lautaro Martinez. Il capitano nerazzurro sembra non aver mai trovato il ritmo giusto in questa stagione. Ha bisogno di riposo o di ritrovare condizione? Già contro il Genoa e l’Atalanta non aveva brillato, e anche contro il Monza è sembrato spaesato. Certo, la Nazionale lo ha spremuto, ma forse sarebbe stato meglio farlo partire dalla panchina per preservarlo. Taremi, nuovo acquisto, non era al meglio, e quindi Inzaghi ha scelto di affidarsi ancora al bomber argentino.
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