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ESCLUSIVA IN − Bedin: «Marotta? Insieme a Varese e ora presidente! Inter, evidenzio un dato»

Il grande Gianfranco Bedin, mito della Grande Inter dal 1964 al 1974, ha parlato in esclusiva su Inter-News.it. Tra i temi discussi la nomina a presidente di Beppe Marotta. Poi ampio ventaglio sulla vittoria dello scudetto, sulla grandezza dei tifosi nerazzurri e sulla Nazionale.

Bedin, che ne pensa di questo cambio di proprietà? Beppe Marotta presidente dell’Inter.

Hanno fatto una cosa fatta bene. Mettono dentro una persona che, guardando alle cose fatte fino ad oggi, ha fatto cose grandi. Una persona che di calcio ne mastica parecchio. Io l’ho conosciuto a Varese, perché io ho giocato un anno a Varese e c’era Beppe Marotta. Adesso l’ho trovato qui all’Inter, tutto sommato una conoscenza piacevole e una persona a modo. Da quando Zhang non è più ritornato in Italia, Marotta si è preso la responsabilità di parlare sempre per il club. Tutti gli interventi e tutte quante le cose importanti hanno visto Marotta come portavoce, che è una bella immagine oltretutto.

Che scudetto è stato questo dell’Inter? Poi, Bedin, vincerlo nel derby del 22 aprile contro il Milan…

Grande soddisfazione! Era scontato visto com’era il campionato, con i 20 punti di distacco. La ciliegina è stato il derby, certo ne avevamo vinti 4-5 prima di questo, il che non faceva neanche storia. Ma vincere lo scudetto nel derby contro i cugini, che sono sempre simpatici, poi a San Siro che si condivide molto, è stato bello e piacevole rafforzando la vittoria di questo campionato.

Bedin su Inter-Lazio e l’elogio per i tifosi a San Siro

Nell’ultima partita a San Siro, Bedin, il club lo ha invitato insieme a Sandro Mazzola e Renato Cappellini. Che emozioni ha provato?

Sono dagli anni ’60 all’Inter e ho visto sempre l’Inter. Emozione perché ti ricordano tante cose, per fortuna ho anche una buona memoria. Emozionato perché ho rivisto Sandro e Cappellini. Peccato non ci fossero Angelo Domenghini e Aristide Guarneri, che stavano poco bene. Simboli della Grande Inter? Ci si ricorda in pochi, perché si parla del 1964-65-66. I ragazzi oggi sentiranno i propri genitori raccontare qualcosa, sempre con soddisfazione però. Vinto per quello che abbiamo vinto e rimanere in questa società per così tanti anni è stato veramente qualcosa di grande.

Quale giocatore di questa Inter avrebbe voluto avere come compagno?

Non è retorica, ma dico tutti quanti. Si parla di questi ragazzi, che sono meravigliosi, sia come giocatori, in quanto alla vista di tutti, ma anche come persone. Per fare gruppo devi essere bravo e intelligente. E lì riesci a fare gruppo. Altrimenti non riesci a fare quei risultati che ha fatto l’Inter non solo quest’anno, ma negli ultimi 5 anni. Un anno abbiamo perso il campionato col Milan, anche se lo stavamo vincendo, lo scorso anno abbiamo fatto la finale di Champions League.

E quest’anno?

Quest’anno siamo mancati un po’ con l’Atletico Madrid. Non cosa sia successo lì, forse abbiamo sottovalutato un po’ la partita dopo aver segnato. Il Metropolitano è stato qualcosa di grande, l’Atletico Madrid lì non perde una partita. Ma potevamo essere tra le prime quattro. In casa potevamo chiudere la partita, ma le partite o le chiudi o non puoi dire abbiamo avuto 4-5 occasioni per segnare. Nessuno si ricorda delle occasioni, ma delle finali che hai fatto. Quest’anno i risultati li abbiamo fatti e hanno dato la consegna del campionato già prima. Percorso di gioia.

Bedin, che ne pensa di mister Simone Inzaghi? È tra i migliori al mondo?

Gli altri non li conosco, ho visto lavorare Inzaghi, sento, leggo, vado in sede e sento parlarne i ragazzi. Dove classificarlo non lo so, ma ha dimostrato di meritare l’Inter. Essere allenatore dell’Inter non è da tutti.

I rinnovi di Lautaro Martinez e Nicolò Barella fondamentali?

Oggi vediamo società che vanno alla ricerca di questi giocatori portandoseli a suon di quattrini gli arabi, come i vari Ronaldo e Benzema. Chi ama il calcio sa che l’Inghilterra, l’Italia, la Spagna, la Francia sono campionati diversi, anche in termini di tifo. A proposito di ciò, nelle ultime partite noi non siamo andati mai sotto le 73 mila persone. Alla grande! Grande soddisfazione per i ragazzi che vanno in campo. Non ti vengono a contestare, ma ti vengono ad applaudire. Un qualcosa da mettere in bacheca.

Bedin sulla Nazionale azzurra e su Euro 2024

Bedin, e di questa Nazionale cosa ci può dire? Barella il simbolo?

Pezzo importante. Barella ha l’esperienza dell’Inter, ha avuto questa crescita esponenziale, lo seguo da cinque anni e cresce sempre di più. Si sente in campo. Blocco Inter? Non si poteva farne a meno, sono i cinque migliori di questo campionato, lo stesso in Europa.

Dove può arrivare all’Europeo?

Le amichevoli servono per mettere a posto alcuni dettagli, ma penso che possa essere un campionato europeo importante. L’Italia può essere tra le prime.

Si ringrazia il Gianfranco Bedin per la cordialità e la disponibilità mostrata nell’intervista. La riproduzione parziale di questa intervista esclusiva è possibile previa citazione dell’autore (Sandro Caramazza) e della fonte (Inter-News.it) con il link al contenuto originale, come indicato nel disclaimer qui sotto.

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