Il giornalista Xavier Jacobelli ha parlato in esclusiva a Inter-News.it. Le amnesie difensive, le ambizioni stagionali dei nerazzurri, la crescita di Marcus Thuram, l’inchiesta ultras e l’interessamento per Daniel Maldini sono stati i temi trattati. Qui il link all’intervista su Calcio-News.it.
Jacobelli, l’Inter ha iniziato la stagione con svariate note positive e qualche aspetto da migliorare, in particolare le amnesie difensive che hanno portato ai 9 gol subiti nelle prime 7 giornate di campionato. Come giudica l’inizio dei nerazzurri?
Evidente che quei 9 gol incassati finora costituiscano un fattore di novità negativa rispetto alla quasi totale impermeabilità che aveva caratterizzato la marcia trionfale dell’Inter nella passata stagione. Credo che sia un problema contingente, legato in primo luogo al fatto che le concorrenti si siano attrezzate e in secondo luogo al naturale subentro di un meccanismo di rilassamento psicologico dopo la marcia trionfale dell’ultimo anno. L’Inter vanta, per contro, il miglior attacco insieme all’Atalanta con 16 gol in 7 partite e accusa un distacco di soli due punti dal Napoli capolista. Per cui, per me è un problema contingente.
Marcus Thuram, attuale capocannoniere del campionato con 7 gol in questa Serie A, sta dimostrando una dote da rapace d’area di rigore fin qui mai esplorata. Jacobelli, crede che stiamo assistendo alla sua definitiva consacrazione come numero 9?
Intanto è doveroso ricordare come l’acquisto del cartellino di Thuram sia avvenuto a parametro zero. Questo è stato un grande affare firmato nel 2023, con il francese che ha vinto subito un campionato italiano e una Supercoppa italiana. Si tratta di un calciatore in costante evoluzione che ha raggiunto i livelli attuali lavorando sodo. A 27 anni, secondo me, può migliorare ancora. Tant’è vero che sta acquisendo spazi sempre maggiori nelle gerarchie offensive di Didier Deschamps. La metamorfosi realizzativa di Thuram è un fenomeno da seguire con grande attenzione perché è già capocannoniere del campionato insieme a Mateo Retegui e lui stesso ritiene questa stagione di fondamentale importanza per un suo ulteriore consolidamento a livello internazionale. Poi c’è da segnalare il reparto offensivo di alta qualità dei nerazzurri, con l’intesa tra Thuram e Lautaro Martinez e il rendimento dello stesso Mehdi Taremi. Quest’ultimo, a mio avviso, riserverà grandi soddisfazioni all’Inter nel prosieguo della stagione.
L’inchiesta della Procura di Milano, che ha condotto all’arresto di 19 esponenti delle curve di Inter e Milan, ha sconvolto il mondo del calcio. Qual è la sua opinione in merito a questo problema specifico e a quello più generale delle curve italiane?
Io credo che esista il principio della responsabilità personale in ogni azione che noi compiamo. Evidente è che l’inchiesta della Procura di Milano sia molto importante perché consente di aprire un autentico vaso di Pandora per delineare responsabilità e, soprattutto, perché una volta per tutte chi va allo stadio ci possa andare in un clima di sicurezza e di tranquillità. Più in generale, è però importante che non vengano criminalizzate intere curve perché ci sono migliaia di tifosi che assistono alle partite. Famiglie, bambini, genitori, nonni… abbiamo visto storie bellissime di tifosi particolarmente attempati che non rinunciano ad andare in curva per andare a seguire la loro squadra del cuore. C’è un altro dato che fa da contraltare a questa inchiesta: nelle prime 7 giornate di questo campionato abbiamo registrato una media di affluenza degli spettatori negli stadi superiore alle 30mila unità. Tale evento non si verificava da 32 anni a questa parte. Ciò significa che cresce in maniera vistosa il desiderio di seguire fisicamente l’evento calcistico. Da un lato, abbiamo l’indicatore negativo riguarda l’inchiesta della Procura milanese, che vuole mettere a nudo le distorsioni del tifo. Dall’altro, vi è un dato che non dev’essere sottaciuto e trascurato, ossia quello del ritorno dei tifosi negli stadi.
Recentemente si è iniziato a parlare di un interessamento, non ancora sfociato in qualcosa di concreto, dell’Inter per Daniel Maldini. Jacobelli, come lo vedrebbe nello scacchiere di Simone Inzaghi?
Intanto bisogna fare i complimenti a Maldini perché ha guadagnato sul campo la prima convocazione in Nazionale. Stiamo parlando di un ragazzo che ha da poco compiuto 23 anni, quindi è in piena fase ascensionale della sua carriera. Si tratta di un rappresentante di una formidabile dinastia che appartiene alla storia del calcio mondiale. Daniel è un giocatore che farebbe comodo a molte squadre proprio per le sue caratteristiche tecniche, dato che sta rigenerando il ruolo del trequartista. Maldini può anche giocare da seconda punta o mezzala offensiva. Io penso che, essendo stato acquistato a titolo definitivo dal Monza, lui sia molto concentrato sui brianzoli e sulla Nazionale. L’esperienza mi ha insegnato che sul mercato bisogna sempre attendere il momento giusto, con le congetture che sono molto variegate.
Si ringrazia Xavier Jacobelli per la cordialità e la disponibilità mostrata nell’intervista. La riproduzione parziale di questa intervista esclusiva è possibile previa citazione dell’autore (Michele Maresca) e della fonte (Inter-News.it) con il link al contenuto originale, come indicato nel disclaimer qui sotto.
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