ESCLUSIVA IN – Pastore: «Acerbi? Sentenza discutibile! Non nella forma»
Giuseppe Pastore, giornalista per Cronache di Spogliatoio e Il Foglio, ha parlato in esclusiva su Inter-News.it. I temi toccati riguardano principalmente la questione Acerbi, con l’assoluzione per il caso relativo a Juan Jesus e la stagione dell’Inter, sino ad arrivare al mercato e al possibile futuro di Inzaghi
Pastore, è arrivato il verdetto sulla questione Acerbi-Juan Jesus con il difensore dell’Inter assolto dal Giudice Sportivo. Che opinione ha in merito?
È una sentenza che fa discutere, perché rileva nel dispositivo che Acerbi ha offeso e minacciato Juan Jesus ma nessuno ha capito il contenuto perché non ci sono prove per dirlo se non le parole del difensore brasiliano. Di fatto è un’insufficienza di prove, non è un’assoluzione. Non è un “non l’ha mai detto” ma “non siamo certi”. Non mi sento di discuterla dal punto di vista formale, è motivata abbastanza bene. Dal punto di vista politico è una sentenza che farà molto discutere e che probabilmente potrebbe provocare delle reazioni. Già le parole di Thuram erano state piuttosto fredde nei confronti di Acerbi l’altro giorno. Non è una sentenza che metterà il calcio italiano in una buona luce nei prossimi tempi.
Passiamo alle cose di campo. L’Inter, lanciatissima in campionato, ha lasciato la Champions League agli ottavi contro l’Atletico Madrid. Quali sono i motivi?
Una serie di fattori non solo contenuti nella partita di ritorno. Spesso l’Inter ha schierato le riserve nel girone, avesse affrontato quelle partite in cui ha perso punti con una formazione ed una testa migliore, visto che mi è sembrata un po’ frenata a volte, avrebbe vinto un girone non impossibile. È l’unico che non porta squadre ai quarti di finale. Il problema parte da lì, il sorteggio difficile a causa del secondo posto. Continua con la gara d’andata, chiusa solo 1-0 dall’Inter dopo aver dominato dove andavano fatti più gol. Non solo da Arnautovic ma da tutta la squadra che ha carburato in ritardo. I giocatori migliori, sia all’andata che al ritorno, hanno un po’ deluso. Al ritorno, come insegnano i maestri della Champions League, è questione anche di dettagli. Se fai gol nell’occasione di Thuram o quella di Barella la partita è finita. Se fai più attenzione sul pallone di Depay non prendi gol. È anche vero che Inzaghi si è portato il pericolo in casa, perché l’Inter è stata perfetta sino al 75′ poi si è fatta prendere dalla stanchezza e dalla tensione e si è riempita di difensori e l’Atletico Madrid ha inserito calciatori rapidi. L’Inter invece aveva in campo giocatori più pesanti, poi de Vrij commette un errore evidente sul 2-1. Poi ai rigori l’Inter arrivava sfavorita, al di là di Calhanoglu non ha altri rigoristi.
L’eliminazione in Champions League ridimensiona la stagione dell’Inter? È stata un fallimento?
Fallimento neanche per idea. Un campionato trionfale, peccato per i due punti persi col Napoli perché avrebbe potuto attaccare il record della Juventus di Conte. Un campionato stradominato che in estate non era indicata come favorita in estate. I pronostici erano vari. L’Inter sembrava indebolita, invece sono stati bravi Marotti ed Ausilio ad investire in maniera intelligente. Questo è un merito. Ha giocato un calcio bello, ci ha obbligato e ne sono contento, a parlare di tattica. L’analisi dei gol e delle azioni è uno spettacolo, è bello parlare di calcio. Il gol a Bologna da braccetto a braccetto, il gol contro la Juventus con Pavard in area da punta, il gol di Darmian al Napoli. Azioni corali che prefigurano un’idea di calcio evoluta. È una squadra che gioca benissimo, pur giocando sempre nello stesso modo. Inzaghi riesce a rinnovare il gioco mantenendo i capisaldi immutati. Squadra bellissima che merita lo scudetto. La Champions League si può perdere, è chiaro che è più forte dell’Atletico Madrid ed è normale ci sia rammarico. Ma fallimento mai.
Lei è un noto tifoso del Milan. È preoccupato dalla prospettiva di vedere l’Inter vincere lo scudetto nel Derby del 22 aprile?
Ho degli amici turbati (ride, ndr). Sarebbe una coincidenza curiosa, potrebbe succedere. Sarebbe una cosa storica nel caso, ma non sono turbato. Vivo a Milano da 13 anni ma non sento la rivalità con l’Inter.
In Champions League hanno fatto la differenza anche i cambi: l’Inter per poter competere dovrebbe intervenire sul mercato in attacco Taremi a parte? Dove interverrebbe per rinforzare la squadra?
Non possiamo nascondere che l’Inter continua ad avere problemi di natura economica, a maggio potrebbe cambiare proprietà si legge. Puntare ad occhi chiusi sul mercato non è automatico: già il fatto di aver puntato due ottimi giocatori anche in ottica Mondiale per Club non è scontato. Taremi è un ottimo giocatore che conosce bene anche l’Europa. Zielinski lo conosciamo tutto. È già meglio così. Potrebbe anche vendere qualcuno, perché lo ha fatto in passato. A quel punto interverrei su chi vendi. Sono miei ragionamenti basati sul mercato dell’Inter negli ultimi anni. L’attacco è il reparto in cui ha più bisogno: Sanchez ha deluso, Arnautovic pure. Ne ha due, secondo me Thuram ha fatto una stagione straordinaria, ma il suo livello è più basso secondo me. Merito di Inzaghi ad averlo valorizzato. Poi c’è la questione rinnovo di Lautaro Martinez, che però alla fine secondo me firmerà, un giocatore troppo importante. Già Taremi va bene, ci vuole magari un altro attaccante più giovane.
Si è letto molto di Raspadori come possibile obiettivo. Le sembra il nome giusto?
Un giocatore che deve ancora esprimere il suo potenziale. Non sappiamo che ruolo abbia, di lui si dice spesso che è troppo buono e generoso e non fa valere le sue caratteristiche. Rimane un giocatore molto interessante, avrebbe bisogno di un allenatore con le idee chiare che valorizza benissimo i giocatori. Non so quanto valga e quanto costi, sicuramente il Napoli non regala giocatori men che meno all’Inter dopo la questione Zielinski, E non ha nemmeno necessità di fare cassa dovendo vendere Osimhen ad una cifra importante. La trattativa si annuncerebbe faticosa.
Più fattibile Gudmundsonn?
Si, è anche interessante. Può giocare mezzala e seconda punta, le potenzialità le ha ed è molto interessante. Inzaghi è sempre molto stimolato su queste cose. Rimane un giocatore non più giovanissimo che non ha mai giocato in una squadra di primo piano e che al Genoa attuale fa quello che vuole, cosa che non potrebbe fare all’Inter. Vista anche la difficoltà di Inzaghi di inserire i nuovi, vista la sua volontà di andare con le sue sicurezze, non è automatico spendere trenta milioni per un giocatore che non viene a fare il titolare.
Chiudiamo con Inzaghi. Se a fine anno arriverà, come sperano i tifosi dell’Inter, lo scudetto il tecnico potrebbe decidere di lasciare e provare un’esperienza all’estero?
Non è quel tipo di allenatore. È bravissimo, preparatissimo, corteggiato da squadre importanti come Liverpool che ha fatto qualche telefonata o il Chelsea che sulla lista ha anche il suo nome. Ma ho l’impressione che Inzaghi sia un tipo abitudinario, non molla le squadre per inseguire ingaggi più alti o ambizioni stile Conte. Ha fatto sei anni alla Lazio, si trova bene a Milano, non ha secondo me l’ambizione sfrenata di vincere. Detto che ha fatto finale di Champions League e quest’anno sta dominando il campionato, non è che se va al Chelsea fa un salto in avanti. Chi glielo fa fare? Penso che rimarrà anche l’anno prossimo.
Si ringrazia Giuseppe Pastore per la cordialità e la disponibilità mostrata nell’intervista. La riproduzione parziale di questa intervista esclusiva è possibile previa citazione dell’autore (Filippo Miosi) e della fonte (Inter-News.it) con il link al contenuto originale, come indicato nel disclaimer qui sotto.