Francesco Repice, noto giornalista e apprezzatissimo radiocronista di Radio Rai, ha parlato in esclusiva a Inter-News.it dell’Inter e dei suoi risultati altalenanti. Tra i temi toccati: Lautaro Martinez, il ritorno in Champions League col Porto nonché un curioso ricordo di Kiev nel 2010.
Repice, l’Inter ha ritrovato la vittoria contro il Lecce dopo il KO di Bologna. Come si spiega questo rendimento altalenante della squadra di Simone Inzaghi?
Non è solo l’Inter altalenante, tutte le squadre dietro al Napoli sono altalenanti. Non è un fatto che riguarda solo l’Inter, ma tutte le squadre che stanno correndo per un posto in Champions League. Il Napoli sta giocando con regolarità, quindi è in testa alla classifica e si merita la posizione di occupa. Le altre sono tutte altalenanti ed è proprio per questo motivo che sono dietro. Ma non è solo un fattore dell’Inter.
A proposito di Inzaghi, non avverte un po’ troppo astio nei confronti di questo allenatore sia dei tifosi che dalla stampa? Nel senso che sé l’Inter perde è colpa solo sua, se vince è merito dei giocatori.
Astio? Non hanno astio, c’è chi dice che Inzaghi non è un allenatore per una squadra che deve andare a vincere nonostante gli abbiano messo un organico di tutto rispetto. Io non sono d’accordo. Penso che gli allenatori contino nemmeno per il 10%, sono i giocatori a fare la differenza. Credo che lui li stia mettendo in campo nella maniera migliore e al netto degli errori che fanno tutti ha comunque condotto due buoni stagioni.
Repice, se lo aspettava un Lautaro Martinez così leader dopo il Mondiale? Bellissimo il gesto sul gol contro il Lecce per Denzel Dumfries. All’opposto Marcelo Brozovic, passato in pochissimi mesi da indispensabile a quasi vendibile. Se lo aspettava?
È una cosa molto particolare perché lui al Mondiale ha giocato molto poco. Adesso è diventato praticamente il leader di questa squadra. Ha tutte le potenzialità per farlo, sia perché un giocatore molto forte tecnicamente e ha anche grande personalità. È argentino e questo aiuta. Brozovic? I giocatori fanno la differenza se stanno bene. Lui ha avuto dei problemi fisici, se un giocatore sta male non può rendere. C’è poco da fare.
Dopo lo Spezia, ci sarà il Porto? Che percentuali di passaggio dà all’Inter?
Per me 50%. È ancora molto aperta. Lì non sarà facile, è un ambiente particolare. Il Porto è una squadra cattiva nel senso positivo del termine, nel senso che sa gestire questo genere di partite, un allenatore che conosce bene il calcio italiano, sa come affrontare le squadre italiane, poi le ha battute praticamente sempre. Poi loro sono smaliziati, sanno come farti male. Oltre ad essere una squadra veramente tecnica soprattutto a centrocampo. Loro sono bravi, avete visto all’andata. Quindi sarà dura.
Repice, ha una partita dell’Inter, commentata da lei, che ricorda con maggior affetto o che ricorda particolarmente?
Io ricordo la partita contro il Barcellona del 2010 dell’andata per tantissimi motivi. E devo dire quella di Kiev, eravamo con le mascherine perché c’era un virus che proveniva da un suino e quindi le autorità del posto ci avvertirono che c’era questo animale che girava per Kiev. Pensa come erano già le cose. Arrivammo in questo stadio e ricordo gli ultimi secondi della partita con i gol di Milito e Sneijder che segnarono nel finale e salvarono l’Inter.
Chi andrà in Champions League?
Non ho proprio idea, tutte possono arrivare lì dall’Inter, al Milan, alla Lazio, la Roma e l’Atalanta. E metto anche la Juventus. Sono tutte discontinue e paradossalmente la Juventus è quella mena discontinua. Perché ha perso le prime, ma poi ha fatto otto vittorie di fila e nonostante i 15 punti è ancora lì. Senza la penalizzazione sarebbe seconda con l’Inter.
Si ringrazia Francesco Repice per la cordialità e la disponibilità mostrata nell’intervista. La riproduzione parziale di questa intervista esclusiva è possibile previa citazione dell’autore (Sandro Caramazza) e della fonte (Inter-News.it) con il link al contenuto originale, come indicato nel disclaimer qui sotto.
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