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Dalla Juventus all’Arsenal la differenza per l’Inter è il centrocampo

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L’Inter con l’Arsenal ha dimostrato di poter vincere anche grazie alla sua tenuta difensiva. Una cosa mancata nei primi mesi di stagione, e soprattutto nella sfida con la Juventus. Con però una differenza: il centrocampo.

ESEMPI OPPOSTI – L’Inter con l’Arsenal ha messo in campo una di quelle prestazioni di grinta e carattere che permettono di portare a casa un risultato malgrado la sofferenza e le difficoltà. Una di quelle vittorie che ogni tanto si chiamano da grande squadra. E che ha ovviamente riportato la memoria a quando la squadra non è riuscita a fare altrettanto in tempi recenti. Vale a dire a Inter-Juventus.

NON SOLO TESTA – Nella sfida coi bianconeri infatti l’Inter non è riuscita a difendere il risultato di vantaggio. Che era anche più ampio di quello con l’Arsenal. Il 4-2 però non è bastato, e i nerazzurri si sono fatti rimontare nei minuti finali. Nel differente risultato però non ha pesato solo la componente mentale o una crescita collettiva. Ma anche gli uomini effettivamente a disposizione di Inzaghi.

CENTROCAMPO ALL’OSSO – Con la Juventus infatti l’Inter si trovava nel pieno dell’emergenza a centrocampo. Con Calhanoglu e Asllani assenti per infortunio Inzaghi ha scelto di varare l’esperimento Zielinski regista, schierandolo titolare insieme a Mkhitaryan e Barella. Un reparto con un solo cambio in panchina, Frattesi, poi effettivamente entrato al minuto sessantatre. In mezzo al campo però le forze erano limitate. Dunque gli spazi nei minuti finali forse non sono stati un caso. E qui arriviamo alle differenze con l’Arsenal.

ALTERNATIVE DI PESO – In Champions League l’Inter, come detto, è riuscita a difendere il risultato fino al fischio finale. E forse non è un caso che Inzaghi per gestire l’ultima parte della gara abbia cambiato i suoi centrocampisti. Tutti. Perché stavolta l’intero reparto era disponibile. Quindi i titolari Zielinski, Calhanoglu e Frattesi sono usciti. Rispettivamente al minuto sessantadue i due interni e il turco al settantuno. Una ricerca di forze fresche. Una rotazione totale. Che non è l’unico motivo, ma sicuramente ha aiutato a raggiungere la vittoria finale.

Pubblicato da
Giulio Di Cienzo

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