Dzeko e un problema di percezione: separazione inevitabile
Dopo due stagioni è arrivato l’addio tra Dzeko e l’Inter. Un finale inevitabile, per la considerazione di sé che ha il bosniaco, che si riflette in un ruolo ben preciso.
NUOVA AVVENTURA – Dopo due stagioni in nerazzurro Dzeko ha ufficialmente salutato l’Inter. Per lui un contratto in Turchia. Dove il Fenerbache gli ha dimostrato fiducia proponendogli un biennale a un ingaggio da oltre quattro milioni a stagione. Più delle cifre però ha fatto la differenza il ruolo. Non a livello tattico, ma all’interno della rosa.
RUOLO DA TITOLARE – Dzeko infatti malgrado i trentasette anni già compiuti ha ancora una forte considerazione di sé. Tradotto, si sente in forma e perfettamente in grado di giocare sempre e fare il titolare. Assoluto, quindi la prima scelta. Una condizione che nelle ultime due stagioni ha vissuto anche all’Inter. Il primo anno ovviamente, essendo arrivato apposta per sostituire Lukaku. Nel secondo invece è stato decisivo l’infortunio del belga, che ha chiuso subito ogni ballottaggio. E Inzaghi è stato ben attento a farlo sentire al centro delle attenzioni fino alla fine. Anzi, fino alla finale. Anche quando il rendimento avrebbe suggerito altro. Nella prossima stagione però forse nemmeno lui, vale a dire un allenatore così attento alle personalità dei suoi uomini, poteva garantirglielo. E una retrocessione nelle gerarchie per lui sarebbe stata difficile, molto difficile da gestire.
PERCEZIONE DIFFERENTE – Dzeko nel 2022-2023 è stato undicesimo assoluto per minutaggio, secondo tra le punte dietro solo a Lautaro Martinez. Nel 2021-2022 addirittura sesto assoluto, primo del reparto offensivo. Un ruolo insomma di primissimo piano, Una situazione che lo ha portato puntualmente a calare di rendimento nella seconda parte di stagione. E che non si poteva pensare di ripetere ulteriormente. Il bosniaco però si sente ancora una prima scelta. Un titolare assoluto, come si vede anche con la sua Bosnia, dove continua a giocare da titolare da capitano. Una differenza di percezione che ha reso inevitabile l’addio. Prima di far finire male una bella storia.