Empoli-Inter nel turno infrasettimanale viene decisa dall’ex Frattesi, autore di una bella doppietta nello 0-3 finale. Nella rubrica “Day After” di Inter-News.it analizziamo la situazione post-match in tre punti ben dettagliati. Di seguito l’episodio dopo la 10ª giornata di Serie A
EMPOLI (FI) – Archiviato il Derby d’Italia, l’Inter di Simone Inzaghi torna alla vittoria e lo fa meritatamente in trasferta con un risultato netto. Il secondo posto a quota 21 punti, alle spalle della capolista Napoli (25), è a sicuro. Analizziamo Empoli-Inter (0-3) di Serie A in tre punti.
1. VALORIZZAZIONE – Le troppe chiacchiere dopo il 4-4 di Juventus-Inter non aiutano ma sono anche vuote. E la dimostrazione arriva subito con la formazione scelta da Inzaghi, che non prevede rotazioni esagerate. In porta non c’è il dodicesimo Josep Martinez, ovviamente. E a centrocampo si rivede Davide Frattesi, che veste subito i panni dell’ex a discapito di Kristjan Asllani e Piotr Zielinski, entrambi in panchina. Nessun avvicendamento in attacco, dove qualcuno si illude di vedere la staffetta completa già dal fischio d’inizio. Le scelte di Inzaghi sono ragionate e cercano di garantire un buon minutaggio a tutti. La doppietta di Frattesi, sceso in campo dal 1′ e non sostituito nell’intervallo, dimostra come valorizzare le proprie risorse. In assenza del titolare Hakan Calhanoglu, Inzaghi fa ruotare tutti gli altri davanti alla difesa ma non snatura il suo “dodicesimo” con il fiuto del gol. Frattesi è una risorsa che non può essere considerata solo come alternativa da mezzala a Nicolò Barella (ed Henrikh Mkhitaryan), dal momento che le caratteristiche non sono esattamente trasferibili. Incursore letale. Inzaghi ha il compito di valorizzare tutte le sue risorse. E Frattesi “non titolare” oggi è una delle più preziose in rosa.
2. ESPERIMENTI – Il risultato al sicuro è l’unico scenario che spinge Inzaghi a effettuare dei test. Basti pensare che il 21enne argentino Tomas Palacios fa il suo debutto in maglia Inter solo all’81’, quando lo 0-3 non è più in discussione. Se il capitano Lautaro Martinez non avesse calato il tris appena 2′ prima difficilmente avremmo visto il suo ingresso. Palacios alternativo ad Alessandro Bastoni nel ruolo di braccetto sinistro è ancora un work in progress piuttosto impegnativo. Nel frattempo Inzaghi non si limita a sfruttare il jolly Matteo Darmian ovunque – da destra a sinistra a centrocampo quanto in difesa, se necessario – ma allarga le sue opzioni. In Empoli-Inter gli esperimenti iniziano in cabina di regia con l’alternanza Barella-Mkhitaryan prima dell’ingresso di Zielinski. Poi tocca a Yann Bisseck, che inizia da braccetto destro e chiude da centrale dopo un quarto d’ora da braccetto sinistro. E presto sarà nuovamente il turno dell’esterno Tajon Buchanan, unica vera arma tattica di Inzaghi in grado di proporre qualcosa di diverso rispetto al 3-5-2 tradizionale. Sarà il “nuovo acquisto” più importante per Inzaghi? Il “famoso” piano B serve più di ogni altra cosa all’Inter. La stagione è lunga e piena di insidie sul percorso.
3. EPISODI – Contro l’Empoli un’espulsione – sacrosanta! – dopo mezz’ora permette all’Inter di continuare il dominio tecnico-tattico senza rischi e iniziare un monologo in attesa del gol sblocca-partita. La gestione del vantaggio – poi doppio e infine triplo – è semplice. Una situazione già vissuta contro il Torino, rimasto in dieci già al 20′ e andato sotto appena 5′ dopo. Anche contro la Juventus è un episodio favorevole a cambiare la partita, ovvero il rigore assegnato dopo un quarto d’ora. Nulla di strano ma ciò mette in evidenza almeno due situazioni. La prima è che l’Inter non ha problemi a creare gioco e occasioni da rete, semmai a essere cinica nel concretizzarli. La seconda è che, in base al tipo di episodio, inizia un’altra partita nella testa dei calciatori nerazzurri. Dall’espulsione di Saba Goglichidze (31′) al gol di Frattesi (50′) passa poco. Da 0-1 a 0-3, dilagando. Così come dall’espulsione di Guillermo Maripan (20′) al gol di Marcus Thuram (25′), passa pochissimo. Da 1-0 a 2-0, prima del 3-2 granata nel finale. Invece, dal rigore di Piotr Zielinski (15′) in poi arriva la reazione immediata della Juventus in 11′. Da 1-0 a 1-2, fino al 4-4 bianconero finale. Senza possibilità di controllarla, gestirla e soprattutto evitarla. Su questo bisogna lavorare ancora molto. Pensare sempre di essere ancora sullo 0-0, in undici contro undici, può aiutare l’Inter ad affrontare anche eventuali episodi negativi in grado di cambiare la partita. Perché arriveranno. E la reazione deve essere naturale anziché inaspettata.
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