L’Inter 2023/24 ha deciso di faticare meno, ‘semplificando’ il suo calcio
L’Inter in questo avvio di stagione 2023/24 sta mostrando un approccio decisamente nuovo. Figlio anche delle scelte fatte in sede di mercato, che portano a semplificare – solo apparentemente – lo stile di gioco.
OSSATURA DIVERSA – L’Inter ha cambiato tanto nell’ultima sessione di calciomercato, ma anche i giudizi stanno cambiando. Se fino a poche settimane fa la rivoluzione applicata in estate comportava diversi rischi, oggi diventa invece la causa scatenante delle nuove certezze di Simone Inzaghi. Perdendo André Onana e Marcelo Brozovic (oltre a Edin Dzeko e Romelu Lukaku) molti temevano che il tecnico dell’Inter dovesse cambiare l’impostazione tattica della squadra. E ciò è in effetti avvenuto, considerando le caratteristiche diverse di Yann Sommer in fase di costruzione, lo stile offensivo più bruciante di Marcus Thuram e la promozione definitiva di Hakan Calhanoglu in cabina di regia. Molti tifosi e addetti ai lavori prefiguravano un approccio più verticale dell’Inter, priva delle capacità di controllo del termometro di gioco di Brozovic. E per certi versi questa idea trova conferme, sebbene con risultati qualitativamente diversi.
L’Inter di Inzaghi gioca più in verticale?
MENO FATICA – Analizzando queste prime quattro giornate di Serie A tramite la piattaforma Fbref.com, i dati confermano un cambiamento percettibile nel gioco dell’Inter. E l’aspetto che emerge nel modo più lampante riguarda il possesso palla. Se la stagione 2022/23 si era chiusa con una media del 55,7% per i nerazzurri (terzi in Serie A), in questo primo mese di stagione Lautaro Martinez e compagni si fermano al 48,8%. E altrettanto proporzionalmente sono calati i tocchi: da 661 (media sui 90 minuti) dell’anno scorso a 595 nelle prime quattro giornate. E lo stesso vale per i passaggi: nel 2022/23 l’Inter tentava 560 passaggi a partita, oggi si attesta a 496. In buona sostanza, l’Inter tiene decisamente meno il pallone tra i piedi. Tuttavia questa conclusione ha sfumature molto più interessanti.
SFORZI OTTIMIZZATI – Pur lasciando più il possesso agli avversari, l’Inter arriva comunque a concludere in porta. Anzi, la media dei tiri è pure aumentata: da 16,45 a 18,0 (fonte sempre Fbref.com). Per arrivare alla risposta finale della domanda iniziale (“l’Inter gioca più in verticale?”) manca poi un ultimo dato da analizzare: quelli dei chilometri percorsi. Secondo il sito della Lega Serie A, in questa stagione i nerazzurri sono noni con 111,692 km a partita. L’anno scorso chiusero l’intero campionato da terzi, con una media di 112,465 km a partita. Quindi l’Inter tiene meno il pallone, pur correndo quasi gli stessi chilometri. Eppure è prima a punteggio pieno col 13 gol fatti e solo uno subito: com’è possibile? La risposta è semplice.
CONTROLLO PIENO – L’Inter vista in queste prime quattro gare stagionali sta imparando a ottimizzare pesantemente il suo calcio, massimizzando i risultati rispetto agli sforzi necessari per produrli. Ai nerazzurri servono meno tocchi per risalire il campo e arrivare a concludere in porta, dove la mira sta decisamente migliorando. Ma questo è possibile solo grazie a un immane sforzo di concentrazione e applicazione. L’Inter spreca meno energie per il campo, correndo in modo funzionale alle necessità, senza inseguire a vuoto i momenti della gara. I nerazzurri si applicano benissimo in fase difensiva, muovendosi comunque in modo funzionale alla ripartenza che gioco-forza seguirà. In tal senso, l’azione che porta al momentaneo 2-0 nel derby col Milan di sabato è emblematica. L’Inter è quindi più verticale rispetto all’anno scorso? Probabilmente sì, ma è una verticalità figlia della volontà di evitare sprechi di energie (e manovre) inutili. Ottenendo paradossalmente risultati migliori.