Inter, plusvalenze comode ma pericolose: serve cambio di strategia
Nel mercato dell’Inter una parola chiave è “plusvalenze”. Che non sono tuttavia l’unico elemento su cui agire per migliorare il bilancio, obiettivo primario della dirigenza nerazzurra.
ATTIVO CERCASI – Da diverse stagioni ormai non è possibile parlare del mercato Inter senza citare le plusvalenze. La società vuole portare a zero il valore del passivo di bilancio il prima possibile, e realizzare un surplus cedendo un calciatore è un ottimo modo per riuscirci. Solo in questa sessione di mercato, l’Inter riuscirà a realizzare almeno 30 milioni euro di plusvalenze. 20 di questi arriveranno dalla cessione di Cesare Casadei al Chelsea (quasi ufficiale) e circa 10 dal passaggio di Andrea Pinamonti al Sassuolo (già approfondita qui). In questo modo, il passivo di bilancio potrebbe comodamente scendere da 120 milioni di euro a circa 90. Tuttavia, questo non è l’unico modo che ha un club di calcio per incrementare l’attivo e migliorare il bilancio.
Non solo plusvalenze: diversificare le fonti di guadagno
FONTI DI GUADAGNO – L’ultimo bilancio ufficiale dell’Inter è quello relativo alla stagione 2020/21. Dove le entrate complessive ammontavano a 364,7 milioni di euro (fonte: Calcio e Finanza). Ma quali sono le fonti di queste entrate? Innanzitutto, i diritti tv: in quella stagione ammontavano a 189,7 milioni di euro, pari al 52% dei ricavi totali. Seguono poi i ricavi da sponsorizzazioni: nel 2020/21 erano pari a 41,6 milioni, ma nel prossimo bilancio dovrebbero superare i 60. Altre fonti di ricavo sono poi i premi legati alle competizioni (pari a 91 milioni di euro solo per la vittoria dello Scudetto 2020/21), i ricavi commerciali di altra natura e i proventi dallo stadio. Quest’ultima sarà una delle voci più positive nel prossimo bilancio dell’Inter, dato che ci si attendono almeno 30-40 milioni di euro di incassi prodotti dallo stadio nella stagione post-Covid. E poi, ovviamente, le plusvalenze, che nel bilancio in questione ammontavano ad oltre 100 milioni grazie alle cessioni record di Achraf Hakimi e Romelu Lukaku. Ma perché si menzionano solo queste ultime quando si parla di migliorare la situazione economica di un club?
CAMBIO STRATEGIA – La risposta è semplice, ed è perché le plusvalenze sono più semplici e veloci da raggiungere (mercato permettendo). Basta riuscire a cedere i giocatori giusti ad un valore molto più alto di quello a bilancio, e il gioco è fatto. Ma queste operazioni (più finanziarie che altro) sono anche pericolose. Perché comportano – appunto – la cessione di un giocatore, e quindi l’indebolimento della squadra. Motivo per cui l’Inter (e in generale tutti i club) dovrebbe completamente cambiare approccio rispetto alle voci di ricavo. Le plusvalenze dovrebbero essere una regola nel momento della cessione (per non andare in perdita), e non LA regola che guida il mercato. Anzi, la logica imporrebbe di potenziare la squadra, rendendola sempre più competitiva e di conseguenza attraente per gli sponsor. Anche su questo fronte l’Inter si sta muovendo bene, ma si può fare ancora meglio. Sia per aumentare il fatturato del club, sia per mantenere un livello di qualità e di competitività elevato, senza sacrificare (ossia vendere per mera necessità) altri titolari.
Inter, dal vivaio un +160 milioni: Casadei soltanto l’ultimo della lista− TS