Inzaghi lancia un segnale allarmante ma forte: Inter costretta a una scelta
Inzaghi in questa stagione non può proprio fallire lo step di maturità necessario per portare l’Inter dove pensa di poter arrivare. Il primo assaggio internazionale – anzi, infrasettimanale – è un passaggio a vuoto che mette in evidenza una problematica alla quale dover rimediare
PASSO INDIETRO – Il primo test di maturità stagionale restituisce un Simone Inzaghi rimandato. Anzi, del tutto bocciato, considerando che la sua Inter tornava in Champions League centodue giorni dopo la Finale di Istanbul. Ci si aspettava una correzione dell’errore e invece a San Sebastian va in scena la perseverenza. Il punto strappato nel finale alla Real Sociedad grazie al gol del capitano Lautaro Martinez non va visto come premio, bensì come dimostrazione che è più facile limitare i danni anziché evitarli. Perché, in fondo, l’Inter il danno se lo crea da sé. A prescindere dall’errore di Alessandro Bastoni, che regala l’1-0 ai padroni di casa e condiziona da subito la partita, il vero problema è non riuscire a reagire quando costretti a inseguire. L’Inter non era mai andata sotto in stagione. E iniziare virtualmente da 1-0 anziché da 0-0 fa la differenza… se la squadra non è troppo affamata. In Real Sociedad-Inter gli errori da evidenziare iniziano dalla formazione e continuano con l’approccio. Ma di quali errori si parla? Entriamo nei dettagli.
Rivoluzione esagerata in Champions League
ROTAZIONI PERICOLOSE – Dopo quattro vittorie consecutive su quattro in Serie A, l’Inter arriva al primo impegno infrasettimanale di una lunga serie. Ciò significa che c’è meno tempo per recuperare le energie ma soprattutto per preparare la partita. Peccato che Inzaghi abbia già preparato Real Sociedad-Inter con largo anticipo. Senza giri di parole, Inzaghi aveva già deciso di dare il via alle rotazioni nella partita internazionale tra Milan ed Empoli. E non cambia idea nonostante l’imprevisto dell’infortunio di Hakan Calhanoglu, che aggiungere un problema a quello già esistente del calendario fitto di impegni. Ne viene fuori che la fiducia a Kristjan Asllani davanti alla difesa è praticamente obbligata ma senza cambiare idea sulle altre rotazioni. Una in ogni ruolo. Cinque in totale. Metà squadra! Una versione “B” rispetto al Derby di Milano stravinto. Un’esagerazione controproducente. Le rotazioni sono utili ma, se gestite con tale superficialità, possono diventare molto pericolose. E la Champions League non è mai terreno fertile per i test…
Inzaghi sceglie il primo obiettivo per l’Inter
SCELTA CHIARA – Il messaggio che lancia Inzaghi è forte ma è anche un segnale allarmante. Le scelte fatte in Real Sociedad-Inter, più che “sottovalutare” l’impegno internazionale, servono a tutelarsi in ottica campionato. Perché è chiaro che l’Inter scenda sempre in campo per vincere ma le scelte si fanno troppo spesso pensando agli altri impegni in calendario. E – a volte – si pagano. L’obiettivo nerazzurro stagionale dichiarato è lo Scudetto della seconda stella. E per provare a vincerlo Inzaghi ha bisogno di tutta la rosa. Una rosa che è lunga ma non prevede alternative all’altezza di alcuni titolari. Nello specifico, di Bastoni in difesa, Calhanoglu a centrocampo e Lautaro Martinez in attacco. E non è un caso che l’errore del primo viene pagato caro, l’assenza del secondo carissimo e tocca proprio al terzo rimediare prima di dover parlare di sconfitta. Sconfitta no ma Inzaghi fallisce il primo step di maturità richiestogli all’Inter, dall’Inter e per l’Inter in questa stagione: la sensazione è che le rotazioni continueranno con il pilota automatico. La certezza, invece, è che l’Inter non vuole assolutamente perdere il treno tricolore e Inzaghi farà in modo che le sue scelte “schematiche” non mettano mai a rischio la squadra in Serie A, però.