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L’ansia di vincere dell’Inter è già arrivata al livello di panico?

Il pari col Bologna restitusce la sensazione di un’Inter a un passo dal crollo. E per evitare questo a mercato aperto si invocano interventi risolutivi. Ma l’Inter, intesa come società, è a questo livello di panico?

MOMENTO DELICATO – L’Inter è in un momento singolarmente delicato della sua stagione. Magari non tanto per i risultati, ma sicuramente per la percezione. Una frenata infatti c’è sicuramente stata, tra la sconfitta col Milan e il pari col Bologna. Ma nessun crollo e soprattutto gli obiettivi principali ancora a portata. Malgrado un periodo di grande emergenza a livello di uomini. Risulta innegabile però che i nerazzurri si stiano muovendo in un equilibrio molto sottile. E questo causa una certa ansia per i risultati futuri.

PROBLEMA DI ANSIA – L’ansia deriva dal fatto che l’Inter ha ancora in mano la possibilità di lottare per tutto. Ma per farlo deve vincere. Una dolce condanna, che resta pur sempre una condanna. I margini sono ridotti con gli avversari che continuano a correre e un mese di febbraio durissimo. Se ogni vittoria quindi è un sollievo, ogni stop diventa l’inizio della fine. Un buon motivo per mettere in discussione tutto e tutto, dall’allenatore alla rosa. E se l’esonero di Inzaghi è ancora un orizzonte inesplorato, a mercato aperto diventa impossibile non parlare dei giocatori. Che alla fine sono i veri attori di vittorie e sconfitte.

RICERCA DEL CAMBIAMENTO – Proprio parlando dei giocatori arriviamo alla concretizzazione massima dell’ansia dell’ambiente. Viene naturale invocare cambiamenti per trovare nuove soluzioni ai problemi che emergono dal campo. Con le riserve che non riescono a incidere, la risposta immediata è cercarne di nuove sul mercato. Comprare nuovi giocatori per rimescolare le carte. Ma l’Inter, intesa come società, è a questo livello di ansia? Tradotto, siamo al punto delle decisioni drastiche? Abbiamo raggiunto il livello di panico?

LIVELLO DI PANICO

 

SCELTE DA PONDERARE – Cambiare i due, tre, quattro, cinque giocatori che i tifosi vorrebbero infatti non è scontato come si fa sembrare. In primis bisogna vendere, perché la rosa dell’Inter a livello numerico e di liste è piena. Ad eventuali nuovi bisogna fare spazio prima o in contemporanea con l’acquisto. Servono quindi tante operazioni da incastrare, in una decina di giorni che vedono un periodo di partite continue. Col rischio quindi di togliere opzioni immediate a Inzaghi, che poi sarebbe chiamato a un inserimento lampo dei nuovi per poter organizzare delle rotazioni. Anche se il vero nodo è l’equilibrio del gruppo. Un qualcosa di intangibile, a cui i dirigenti però sono molto attenti, considerandolo in un certo senso il vero segreto dei risultati di squadra. Togliere elementi già inseriti per proporne di nuovi comporta sempre un rischio di ambientamento. Chiaramente nulla di insormontabile, ma un insieme di scelte non comode né semplici, specialmente in poco tempo e con tutto ancora da giocarsi. Per prenderle serve quindi una volontà forte. Giustificata da un livello di ansia alla soglia massima. Cioè al panico.

SIAMO AL PANICO? – Come traduciamo il panico in termini di risultati sportivi? Per giustificare cambiamenti significativi, cioè di due, tre, quattro elementi presenti nelle rotazioni di Inzaghi, serve la percezione che l’Inter sia a un passo dal crollo. Quello vero, senza ritorno. Quello che arriva a compromettere gli obiettivi stagionali. Serve che un cambiamento sia necessario per dare una sferzata a un gruppo che si sta spegnendo. Serve considerare bocciati definitivamente, senza possibiltà di recupero certi elementi. Un’operazione dolorosa, difficile, ma necessaria per animare una svolta. La dirigenza, cioè coloro i quali sono titolati a una decisione di questo genere, è a questo livello di ansia? Fino a quando la fiducia in un gruppo che si è già dimostrato capace di vincere riuscirà ad evitare l’insorgere del panico? Il gruppo Inter è chiamato a dare risposte sul campo.

 

Giulio Di Cienzo

Giulio Di Cienzo, nasce a Milano e si costruisce negli anni una passione per il calcio equamente divisa tra razionalità e passione. La parte più calda sta in Sudamerica, l’unico tifo è per l’inter.

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