Lukaku giudice della Serie A: in Roma-Inter non esiste il piano B
Lukaku è il pericolo numero uno per l’Inter attesa a Roma. Ed è il prezzo da pagare quando si affronta un ex di tale peso e portata. Il risultato di Roma-Inter interessa a tutta la Serie A ma la prestazione dell’attaccante belga interessa solo al protagonista stesso. Doveroso evidenziarlo
ULTIMA CHIAMATA – La prima (e ultima?) stagione di Romelu Lukaku nella Capitale arriva al momento clou. Il numero 90 della Roma non può proprio fallire l’appuntamento con il suo passato. Il significato di Roma-Inter per Lukaku va oltre le reti segnabili e il risultato finale. Aggiungere una presenza alla sua stagione non serve. Il classe ’93 belga è chiamato a una prestazione da protagonista contro la sua ex squadra. L’attuale bottino in maglia giallorossa non è da buttare: 15 gol tra Serie A (9), Europa League (5) e Coppa Italia (1). In ventotto partite, quindi con una media superiore al gol ogni due partite. È un altro Lukaku, però. Un altro Lukaku rispetto a quello dell’Inter, sia il primo (2019-2021) sia il secondo (2022/23). Segna ma non fa assist. Appena due in tutta la stagione, finora. Segna ma non batte i rigori. Solo uno e addirittura sbagliato, contro il Lecce. Questo il ritratto del calciatore più atteso allo Stadio “Olimpico” nel weekend. Contro l’Inter che tenga la fuga in Serie A non può bastare il ruolo di comparsa. Non esiste il piano B della prestazione anonima senza conseguenze. Ecco perché Roma-Inter arriva nel momento giusto: solo l’ex Lukaku in versione giudice della Serie A può provare a “riaprire” il campionato, guidando la Roma contro l’Inter capolista. Fare risultato può significare anche non perdere ma per riuscirci sarà fondamentale non giocare di nuovo in dieci contro undici…