Sanchez di ritorno all’Inter fa notizia solo per chi da circa un mese e mezzo ha perso di vista il contatto con la realtà. Contatto con la realtà che adesso è richiesto anche al cileno, che dopo un anno fa lo stesso “rischioso” percorso di due illustri predecessori. Perisic prima, Lukaku poi
DUE FUOCHI ESEMPLARI – Gli ottimi esempi recenti da prendere in considerazione adesso sono esattamente due. Il primo è Romelu Lukaku, tornato all’Inter dopo una stagione [nel complesso fallimentare e da separato in casa] al Chelsea ma facendo un buco nell’acqua (nonostante i 14 gol segnati partendo spesso dalla panchina, ndr). Il Lukaku del biennio precedente (2019-2021), autore di 64 gol complessivi, non si vede mai e alla fine scappa via senza nemmeno far partire l’operazione riscatto ipotizzata dall’Inter. Il secondo è Ivan Perisic, tornato all’Inter dopo una stagione [nel complesso positiva ma non da protagonista assoluto] al Bayern Monaco in prestito ma senza ottenere il riscatto. Il Perisic del quadriennio precedente (2015-2019), autore di 40 gol complessivi – e praticamente altrettanti assist -, si rivede ed è addirittura migliorato. Altre due stagioni al top, con 15 gol e i soliti assist tra il 2020 e il 2022, prima dell’addio a parametro zero in direzione Tottenham. Senza altri esempi: il Lukaku-bis e Perisic-bis sono i due fuochi in cui si muoverà Sanchez una volta ripreso contatto con il mondo Inter. E il finale non è mica scontato.
UNA SOLA RICHIESTA – Il ritorno di Sanchez all’Inter può essere considerato un azzardo. Una mossa disperata. Una scommessa gratuita. Comunque la si voglia presentare, la verità è che a nessuno interessa veramente la funzione dell’attaccante cileno a fine carriera. Che sia la quarta o la quinta punta a disposizione di Simone Inzaghi, che magari continuerà a considerarlo ancora come terza opzione o addirittura titolare, poco importa. Che faccia altri 6-7 gol per mantenere la sua media all’Inter oppure raddoppi la cifra in stile Marsiglia o la dimezzi, importa ancora meno. La missione di Sanchez non può più essere solo personale. Il cileno non deve dimostrare il proprio valore a 35 anni (da compiere il 19 dicembre, ndr) attraverso statistiche inutili. Deve farlo (ri)mettendosi a disposizione per riprendere il percorso interrotto bruscamente, anche per via di errori individuali poi pagati cari dalla squadra. Ed è questa l’unica cosa che gli si chiede adesso: la seconda vita nerazzurra di Sanchez può essere un boomerang. Nella speranza che per l’Inter sia una “sfida collettiva” come per Perisic anziché una “missione personale” come per Lukaku…
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