Analisi tattica

Spezia-Inter (2-1): Inzaghi in versione Serie A-2 crolla a(l) Picco improvvisando

Spezia-Inter è solo l’ultima inspiegabile trasferta che inizia male e finisce peggio. Il 2-1 finale non racconta la partita giocata dalla squadra di Inzaghi, che sicuramente non è esente da colpe a quattro giorni da Porto-Inter. Di seguito l’analisi tattica di Spezia-Inter in Serie A

Pre-Game Analysis: il modulo e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Simone Inzaghi per affrontare il Spezia in Serie A: 1 Handanovic ©; 33 D’Ambrosio, 15 Acerbi, 95 Alessandro Bastoni; 36 Darmian, 23 Barella, 77 Brozovic, 22 Mkhitaryan, 8 Gosens; 90 Lukaku, 10 Lautaro Martinez.

In-Game Analysis: sviluppo e lettura di Spezia-Inter

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 14′ Lautaro Martinez spreca l’occasione del vantaggio dal dischetto, facendosi respingere da Dragowski il rigore concesso grazie al VAR per il fallo di Caldara su D’Ambrosio. Poi al 33′ la traversa salva Handanovic sulla conclusione di Agudelo, che riesce a trovare spazio e tempo per un tiro-cross velenoso in quanto deviato. Nel secondo tempo, al 46′ l’arbitro annulla la rete di Lautaro Martinez, che di testa gira bene e supera Dragowski, ma l’azione è viziata da un fuorigioco di Lukaku. E al 55′ è il neo entrato Maldini a sbloccare la partita, sfruttando la libertà lasciatagli dalla difesa dell’Inter per piazzare la palla nell’angolino basso alla destra di Handanovic al termine di un’azione partita dal lancio di Dragowksi per Nzola (1-0). All’83′ Lukaku non imita Lautaro Martinez e spiazza il portiere polacco dagli undici metri sul rigore guadagnato da Dumfries, atterrato in area da Salva Ferrer (1-1). Peccato che proprio l’esterno destro olandese causa un rigore buttando giù Kovalenko e Nzola all’87′ supera Handanovic, che indovina l’angolo ma non riesce a evitare la rete da tre punti (2-1).

SOSTITUZIONI – Al 67′, sul risultato di 1-0, arriva il quadruplo cambio iniziale di Inzaghi: fuori D’Ambrosio, Gosens, Barella e Mkhitaryan, dentro Dumfries, Dimarco, Calhanoglu e Dzeko. Inzaghi passa al 3-4-1-2 con Darmian abbassato sulla linea difensiva, il doppio play in mediana con due esterni freschi e Lautaro Martinez alle spalle delle due punte di peso. Infine, all’81′ ecco il quinto e ultimo cambio per l’Inter: fuori Darmian, dentro Carboni. L’Inter chiude con una sorta di 4-2-3-1 in cui gli esterni si abbassano in difesa e le punte si muovono caoticamente in attacco.

Player Analysis: focus sul singolo nerazzurro

FLOP – L’insufficienza è scontata, ancora una volta l’allenatore fa da “parafulmine” per la squadra nelle vesti di bocciato: Inzaghi (vedi pagelle di Spezia-Inter). Non è colpa sua se Lautaro Martinez spreca un (altro) rigore ma è anche colpa sua se lo tira Lautaro Martinez anziché Lukaku, che invece segna. Così come non è colpa sua se Dumfries guadagna un rigore e poi lo restituisce allo Spezia ma è anche colpa sua su ciò che sta succedendo alle gerarchie dell’Inter sulla fascia destra del campo e non solo, contribuendo al momento no di alcuni (ex) titolari. Non è colpa sua nemmeno se Handanovic subisce due tiri e due gol ma è anche colpa sua se gioca l’ormai ex capitano 38enne anziché il titolare Onana. L’anarchia sta annullando l’Inter di Inzaghi. E l’allenatore deve assumersi le responsabilità, quindi anche le colpe. Sempre le stesse. Appannato.

Post-Game Analysis: considerazioni finali sulla partita

COMMENTO – La prestazione dell’Inter, come di consueto, si sviluppa principalmente cercando la verticalità. Emblematico il rigore guadagnato da D’Ambrosio, che si “traveste” da Maicon e si ritrova nell’area di rigore avversaria pur giocando da terzo in difesa. In effetti gli esterni non rappresentano un valore aggiunto nella manovra alla voce qualità. Spingono più i terzi che i quinti, che vanno al cross senza trovare le punte. La mediana, però, fa troppa acqua in mezzo. E quando lo Spezia trova l’autostrada che porta al vantaggio, è tutta la fase difensiva a fare acqua. Un buco. Basta un lancio del portiere avversario per mandare in tilt il 3-5-2 inzaghiano. Inaccettabile. Il resto non si commenta nemmeno. Il quadruplo cambio di Inzaghi ha il pregio di non essere conservativo, sebbene l’Inter vista nel finale non abbia né capo né coda. Difesa (anche a quattro) improvvisata, centrocampo senza filtro e attacco allargato senza ali. La ricerca disperata dell’1-1 e poi del 2-2 sintetizza la serata no dell’Inter: dominare la partita e fare possesso palla, senza domare e punire gli avversari, nella peggiore delle ipotesi non può non portare in dote almeno un punto. Ma l’Inter torna a casa con zero punti ed è un problema…

OSSERVAZIONE – Inzaghi schiera l’Inter rimaneggiata, come se quella di La Spezia fosse una trasferta perditempo. La testa è a(l) Porto. E in campo vanno Handanovic e D’Ambrosio, tra gli altri. Onana e Calhanoglu rifiatano, invece. Non lo fanno Acerbi e Mkhitaryan, Dumfries e Dzeko sì. La certezza è che, qualunque scelta faccia Inzaghi, sarà quella sbagliata. Perché de Vrij in scadenza di contratto non dà garanzie, Gagliardini ha già detto addio, Bellanova è un ex annunciato e Correa non esiste. La panchina non è di aiuto, chi scende in campo solo per far numero nemmeno. E alla fine non brilla. Facile titolare che l’Inter crolla a picco al Picco di La Spezia ma è soprattutto Inzaghi a farlo. Non deve parare né segnare l’allenatore, vero, ma la squadra in campo riflette il suo pensiero. Segue i suoi obiettivi (aziendali), quindi mostra i suoi limiti (caratteriali). Agisce male, reagisce poco. L’Inter è passiva. Continuare a giocare con superficialità in Serie A a causa della Champions League, però, non è una soluzione: la Serie A per l’Inter, che in 115 anni non è mai stata in B, è diventata una Serie A-2. E di questa cosa deve rispondere Inzaghi, al di là del risultato “falso” rispetto alla prestazione fatta… di tiri e non reti.

Extra analisi tattica di Spezia-Inter (Serie A)

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Andrea Turano

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