Biasin non si schiera dalla parte di chi vorrebbe un cambio modulo per l’Inter. Il giornalista difende Inzaghi, pur segnalando alcune situazioni da migliorare. Ecco il suo intervento durante Microfono Aperto, trasmissione di Radio Sportiva.
RIPRENDERE LA STRADA – Fabrizio Biasin non vuole eccedere nelle critiche: «Un anno fa tra novembre e dicembre si definiva l’Inter di Simone Inzaghi la più bella di sempre. Iperbole esagerata, ma giocava un gran calcio e aveva avuto bisogno di un paio di mesi per trovare gli equilibri. Ora non li ha, ma che Inzaghi sia bravo a fare il suo 3-5-2 ne sono convinto. Il modulo è lo stesso da anni, ma l’idea è opposta a quella di Antonio Conte. Con qualche accorgimento può tornare alla squadra dell’anno scorso, manca un po’ nella gestione dei novanta minuti: deve capire i momenti e fare i cambi in maniera lucida. Quest’anno ancora non gli è capitato, se non nella partita inaugurale col Lecce quando c’era da fare l’assalto e ha messo dentro un po’ tutto».
GIOCATORI IN CALO – Biasin si sposta sui singoli: «È vero che Stefan de Vrij ha giocato malissimo sabato scorso, come Nicolò Barella e due terzi dei nerazzurri scesi in campo. De Vrij quest’anno sta giocando male, ma lo scorso era il perno della seconda difesa. Chi gestisce la squadra, Inzaghi, deve fare ragionamenti più seri: se de Vrij sbaglia molto sarà colpa sua, ma la fase difensiva moderna parte dalla punta. Forse manca un certo tipo di protezione, dei meccanismi: è sbagliato concentrare le responsabilità su un giocatore in particolare. Altrimenti non capiamo qual è il problema, che è l’unità d’intenti. L’insieme negli ultimi anni l’Inter lo ha avuto, in questo inizio di stagione no».
NIENTE CAMBIO – In risposta alla domanda di un ascoltatore, Biasin non crede che passare al 4-3-1-2 sia la risposta: «Sui ragionamenti di tipo tattico ognuno ha la soluzione. Uno dovrebbe prenderla in considerazione se la strada è completamente sbagliata, ma non credo che il 3-5-2 sia da accantonare per due sconfitte. C’è un problema a sinistra, perché Ivan Perisic era il giocatore che più di tutti riusciva a fare un certo tipo di lavoro. Robin Gosens non l’abbiamo ancora visto, per esempio. A inizio stagione avevo chiesto a Inzaghi se aveva alternative al 3-5-2 e lui è stato netto: nella sua filosofia è una sorta di dogma. Per me, in questo momento, non c’è ancora l’allarme rosso».
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