Biasin: «Stadio Inter? Troppa attesa! Milano quando vuole fa le cose in fretta»
Biasin parla del progetto del nuovo stadio dell’Inter. Il giornalista, da tifoso dell’Inter e residente di Milano, commenta i lunghi tempi della città per la realizzazione della struttura. Di seguito le sue dichiarazioni in collegamento a “Microfono Aperto” sulle frequenze di Radio Sportiva.
TROPPA ATTESA – Le ultime notizie comunicate dall’Inter sul progetto del nuovo stadio di Milano (vedi articolo) fanno ben sperare. Ma Fabrizio Biasin, in collegamento sulle frequenze di Radio Sportiva, sembra avere qualcosa da ridire: «Il progetto dello stadio nuovo è iniziato nel 2019, sono passati tre anni e non ci sono stati passi in avanti. Oggi il tentativo è quello di mostrare il nuovo progetto e di venire in contro alle esigenze del Comune di Milano. Meno cemento, più verde e spazi che possono piacere ai cittadini. Mi va bene anche che lo stadio abbia una capienza di 60 mila tifosi, che qui a Milano sono un po’ pochi. Il problema è che inizieranno gli incontri dei comitati, che dureranno per un mese. Poi arriveranno le relazioni di Inter e Milan. Dopo di che, il Comune ha sessanta giorni di tempo per rispondere. Ciò significa che, nella migliore delle ipotesi, si inizierà a lavorare dal 2024. Indicativamente lo stadio nascerà nel 2028. Siccome io sono un po’ più negativo, diciamo che arriveremo fino al 2029».
Le conseguenze dell’attesa per l’Inter
CONSEGUENZE – Biasin continua la sua critica durante la trasmissione “Microfono Aperto”. Il giornalista afferma: «Inter e Milan butteranno 100 milioni a testa di ricavi da stadio da oggi fino al 2028/2029. Le chiacchiere che ho sentito oggi mi interessano fino a un certo punto. Vivo in una città che vent’anni fa aveva una faccia completamente diversa. Adesso è una delle più belle d’Europa. A Milano, quando vogliono fare le cose, riescono a farle in poco tempo. Non capisco perché si debba aspettare così tanto. Questa attesa è un tentativo di suicidio da parte del calcio, perché non saremo mai all’altezza dei grandi club d’Europa». Una visione sicuramente negativa quella di Biasin ma, sicuramente, poco distante dalla realtà dell’Inter e del calcio italiano.