Di Canio a due giorni da Juventus-Inter ha parlato del match nonché di alcuni protagonisti nerazzurri come Marcus Thuram e Simone Inzaghi.
SCONTRO − Paolo Di Canio presenta la gara: «Non può essere decisiva. L’Inter è maturata e ha ridotto gli inciampi della scorsa stagione, mentre la Juventus per DNA e approccio alle gare resterà lì fino alla fine. Se l’Inter dovesse vincere, comincerebbe a mettere un tassello importante, traccerebbe ancora di più il cammino che in tanti si aspettano in questo campionato. Però credo che pesi di più una vittoria per la Juventus. I bianconeri stanno crescendo, seguendo un credo, un calcio differente rispetto a quello dell’Inter, basti pensare che i nerazzurri hanno segnato 29 gol contro i 19 della Juve, sono dieci in più in sole dodici gare. Allegri sta formando nella testa dei propri giocatori un convincimento, gli sta facendo vedere che possono competere per lo scudetto nonostante abbiano qualità e fantasia inferiori rispetto ad altre rivali».
INZAGHI − Di Canio ha cambiato idea: «Sono onesto, gli davo la responsabilità del cammino a singhiozzo dell’Inter, ora devo ammettere che è maturato nella gestione della squadra fra campionato e Champions, ma anche nelle dichiarazioni. Simone si è calato nella dimensione giusta, da Inter. Sta facendo il suo, l’Inter rende da Inter, i giocatori sono migliorati, penso a Dumfries, è questo è un grande merito suo. Inzaghi è cresciuto e in questo il percorso in Champions ha ovviamente influito».
THURAM − Di Canio elogia il francese: «Thuram cresce di partita in partita, aggiunge ogni volta qualcosa. Come si dice, non sempre le ciambelle escono col buco. Ma lui è invece proprio una bella ciambella, non a caso è figlio di un giocatore che è sempre stato serio, professionale e rispettoso. E Marcus mi sembra come il padre. Sa fare tutto, non ha la sesta marcia come il Lukaku al top della forma negli anni d’oro, ma ha la quinta e in Italia in pochi arrivano alla quarta. Non ha la fantasia e l’estro di Dzeko, ma sa fare sponde e assist. E in più vede la porta e con l’Inter è facile fare gol, più che col Monchengladbach in Bundesliga».
DUE PROTAGONISTI − Di Canio individua due giocatori: «Dico Rabiot nella Juventus e Calhanoglu nell’Inter. Il francese è nato nel Psg come mezzala offensiva ed è divento un mediano di rottura per strappare e portare lontana la palla dall’area di rigore. Un emblema del calcio voluto oggi da Allegri. Calhanoglu è stato trasformato da Inzaghi in regista perché così ha abbassato la qualità di 30 metri. Il turco è bravo pure a recuperare palla e a costruire subito, così fa le due fasi in una».
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