Guardiola e il rispetto per l’Inter: Netflix svela il suo pensiero prima di Istanbul
Guardiola come forse non lo abbiamo mai visto. Il documentario targato Netflix, Together: Treble Winners, racconta tra le altre cose il dietro le quinte della finale di Champions League tra il Manchester City e l’Inter. Il tecnico spagnolo, oltre ad incitare i suoi, dimostra un grande rispetto per la squadra di Inzaghi e il calcio italiano in generale
SOLO VERITÀ – Pep Guardiola come forse non lo abbiamo mai visto nel documentario Netflix, Together: Treble Winners. L’allenatore spagnolo, qualche giorno prima della finale di Champions League tra l’Inter e il Manchester City, parlava così ai suoi calciatori: «Affrontare una finale è pesante, saranno 90 minuti folli: secondo voi vi permetteranno di riflettere? Dovrete vivere nelle difficoltà e lo sapete che ho ragione». Guardiola svela: «Mi preoccupava meno come attaccarli e più come evitare che lo facessero loro, i giocatori lo sapevano, avevamo visto molti video. So che mi seguono e che credono in me, perché io non mento. Dico loro cosa succederà durante la partita».
NON SOLO DIFESA – Guardiola, rivolgendosi ai suoi, spiega: «L’Inter porta 11 giocatori tutti qui, una squadra italiana in finale sapete cosa significa? C’è convinzione da parte della gente che le squadre italiane facciano un gioco difensivo ma non era il caso dell’Inter. Oggi in Italia non è più così: il Napoli, che ha appena vinto il campionato, non gioca così oppure il Milan. Adottano schemi efficaci, noi lo sapevamo che era durissima e non solo perché era una squadra italiana». E ancora Guardiola alla sua squadra: «Capita una volta nella vita, è una situazione che non rivivremo. So che avete sognato questo momento ma dovete trovarvi in determinate situazioni durante la partita. Voglio vedere una squadra che affronta i problemi, so che volete vincere ma dovete dimostrarlo: dimostratelo».
Guardiola e il discorso all’intervallo di Manchester City-Inter
CAMBIO TATTICA – Guardiola cambia tattica con i suoi tra la finale persa con il Chelsea e quella disputata contro l’Inter: «Ovviamente l’emozione conta tantissimo nelle finali, quando arrivi all’intervallo e non stai giocando benissimo devi capire come superare la cosa, però i giocatori sono anche esseri umani con il desiderio di vincere e alzare il trofeo. La tattica è importante, tutto conta nella finale, ci devono essere tattica e schemi. Ma è ovvio che gli schemi sono sempre quelli, giochiamo insieme da anni e avevamo giocato tante partite di Premier League. Nella finale contro il Chelsea all’intervallo sono stato aggressivo con alcuni giocatori e non ha funzionato. Ovviamente non esiste calciatore che non voglia vincere la finale, ho detto ok abbiamo ancora un tempo e dobbiamo continuare a fare quello che sappiamo. Li ho incitati, controllo meglio le emozioni ora rispetto a quando ero più giovane».
INCITAMENTO – Poi, le parole all’intervallo della partita: «Ragazzi, siete giocatori eccezionali, siamo qui e non molliamo, andiamo avanti. Ora sistemiamo un paio di cose e diventeremo efficaci, stiamo giocando con un po’ di ansia ma tranquilli, lo capisco. Rodri sei un calciatore eccezionale, sei qui e non importa se sbagli, su la testa. Può capitare di perdere la palla. Ora si volta pagina, insistete».