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Marelli: «Inter-Torino, rosso e rigore corretti! No coraggio su un episodio»

Inter-Torino, anticipo serale della settima giornata di Serie A, si è chiusa con la vittoria per 3-2 dell’Inter, che ha beneficiato di un’espulsione sacrosanta arrivata dopo appena venti minuti di gioco. Marelli, ex arbitro e moviolista di DAZN, analizza proprio il rosso a Maripan insieme ad altri due episodi

ESPLUSIONE CORRETTA – Inter-Torino si è chiusa sul 3-2 per i nerazzurri, rimasti in superiorità numerica dal 20′ del primo tempo per l’espulsione diretta di Guillermo Maripan. Luca Marelli analizza l’episodio e l’iniziale decisione dell’arbitro: «C’è stato questo episodio con un contatto tra Maripan e Thuram che in un primo momento l’arbitro aveva lasciato correre, probabilmente perché non si era reso conto della gravità. Poi infatti è stato richiamato dal VAR per grave fallo di gioco, motivo per cui ci sono pochi dubbi. Inizialmente poteva esserci qualche dubbio perché il tallone di Maripan era attaccato al terreno ma in realtà i parametri c’erano tutti per fischiare il grave fallo di gioco. Diciamo che in questi casi bisogna ringraziare anche la fatalità se non ci sono stati danni, ricordiamoci che il regolamento è scritto per tutelare l’integrità dei giocatori».

Inter-Torino, Marelli analizza altri due episodi

UN CONCETTO CHIAVE – Marelli chiarisce anche l’episodio da cui nasce il rigore assegnato al Torino sul finale di partita: «Calhanoglu su Masina? Ormai abbiamo una certa esperienza su questa tipologia di rigore e il concetto principale è che chi arriva prima ha ragione: Masina arriva con il piede sinistro, Calhanoglu è in ritardo, completa il suo movimento ma colpisce la pianta del piede di Masina che sentendosi colpito cade a terra. Il calcio di rigore è corretto».

POCO CORAGGIO – Per finire, Marelli parla del retropassaggio di Adam Masin in area verso il suo portiere, non punito: «Un episodio che abbiamo isolato perché successo anche tra Juventus e Napoli: come vediamo Masina in un contrasto in area di rigore passa il pallone al suo portiere. Guardando la dinamica si capisce che è un retropassaggio che andava punito con un calcio di punizione indiretto. C’è poco coraggio nel fischiare queste infrazioni, non me ne vogliamo gli arbitri. Probabilmente è dovuto al fatto che non sono facilissime da interpretare in campo mentre davanti al monitor è più semplice».

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