Pardo: «Inter, in atto mutazione genetica! Juventus-Milan un funerale!»
Pierluigi Pardo analizza la situazione dell’Inter e il cambiamento apportato negli ultimi anni. Poi il giornalista, che ha recentemente intervistato Javier Zanetti, si sofferma sulle avversarie Juventus e Milan.
MUTAZIONE – Pierluigi Pardo, ospite fisso della trasmissione “Tutti Convocati”, dichiara: «Se dovessi guardare dal punto di vista complessivo quello che è successo all’Inter negli ultimi anni mi verrebbe da dire che siamo di fronte a una mutazione genetica. È sempre stato un club vincente, in tanti anni di storia ha avuto sicuramente tanti successi e trionfi ma certamente negli ultimi anni ha acquisito una struttura, un’organizzazione e una linearità che non sempre aveva avuto in passato».
RIVALI – Pierluigi Pardo continua, su Radio 24: «Credo che dietro all’insoddisfazione profonda di Juventus e Milan, che hanno giocato una partita tra seconda e terza in classifica che sembrava un funerale sportivo, c’è un fatto. Ovvero che la rivale di tutte e due – l’Inter – è la squadra che ha vinto il campionato e che sembra destinata a poter continuare un ciclo. Credo che questo sia il vero tema e la chiave fondamentale».
Pardo commenta Zanetti: il prossimo step dell’Inter
GAP – Pierluigi Pardo, poi, si sofferma sull’obiettivo Champions League: «Io sono dell’idea che l’Inter sia più forte dell’Atletico Madrid, numeri alla mano. Però il risultato ha sempre una sua logica e va sempre accettato. Secondo me Zanetti ha detto una cosa giusta: evidentemente, se sei uscito, il gap c’è. Poi è chiaro che la Champions League per sua natura è una manifestazione molto più liquida rispetto al campionato. È chiaro che i piccoli dettagli in una singola partita possono fare la differenza. Questa cosa ha anche aiutato l’Inter lo scorso anno. Ha avuto un sorteggio invitante ed è stata bravissima nell’approfittarne ma arrivare in semifinale battendo Porto e Benfica sicuramente è stata un’opportunità. La stessa buona sorte che non ha avuto sicuramente in finale. Adesso è chiaro che l’asticella deve salire. Ma programmare la Champions League non è facile».