Stramaccioni: «Inter-Milan, ecco cosa mi aspetto! I miei complimenti…»
Stramaccioni ha parlato del Derby di Milano che Inter e Milan giocheranno sabato pomeriggio. Le sue parole anche su Lautaro Martinez e Thuram.
DERBY − Andrea Stramaccioni, intervistato da Tuttosport, ha parlato così del derby tra Inter e Milan: «Mi aspetto una partita giocata a viso aperto. È troppo presto speculare per la classifica e poi sia Inzaghi sia Pioli hanno l’occasione di fare il primo tagliando a una macchina che è partita veramente bene. La finale di Champions League ha aggiunto tantissimo. Perché tutti hanno apprezzato un’Inter che ha dimostrato di sapersela giocare con la squadra più forte al mondo e questo nella testa dei giocatori è importantissimo. Il passaggio da grande a grandissima squadra è infatti segnato da un fattore mentale che si costruisce proprio affrontando queste partite. E l’Inter da quel percorso fatto in Champions è uscita con una maturità, una consapevolezza e una serenità che le permettono di dominare le partite, come ho visto in queste prime tre giornate. L’Inter che perde punti oggi non c’è più».
CAPITANO − «Lautaro cresciuto da quando è capitano? La vedo esattamente al contrario: la fascia da capitano è la conseguenza della sua crescita come leader. Lui già lo era nella parte finale della scorsa stagione anche senza “i gradi”. Questo per la consapevolezza acquisita grazie al Mondiale. All’Inter, una volta tornato da campione del mondo, ha mostrato un grandissimo senso di responsabilità. E a me è piaciuto tantissimo come si sia posto nei momenti negativi, per esempio dopo la sconfitta a La Spezia. Lì si era già comportato da capitano mettendoci la faccia. E si è quindi guadagnato la fascia quando non l’aveva e oggi quella fascia non gliela leva nessuno».
COMPLIMENTI − «I complimenti vanno fatti soprattutto a Thuram. Perché è andato a giocare in una squadra molto codificata, in cui gli attaccanti giocano in combinazione e in opposizione. Vale a dire quando uno attacca lo spazio l’altro deve venir fuori. Quindi il suo tempo di adattamento non è stato soltanto mentale/ambientale, ma anche tecnico tattico».
Fonte: Tuttosport – Stefano Pasquino