Nazionali

Gravina: «Dimissioni? Nessuno le chieda dall’esterno! Progetto 2026»

Prosegue la conferenza stampa di Gravina e Spalletti, dove si è chiarito subito che nessuno di loro si dimette. Il presidente della FIGC prova a individuare il problema e le possibili soluzioni.

L’ATTACCOGabriele Gravina, dopo aver annunciato di non volersi dimettere alla pari di Luciano Spalletti, reagisce: «Le critiche costruttive, quelle legittimate anche da elementi fondati, credo che bisogna prenderle in considerazione. Quelle strumentali, che non hanno senso sulla richiesta di dimissioni, francamente no. In questo momento di chiusura del mio mandato, e del mandato dell’attuale governance federale, vi preannuncio che dobbiamo essere chiari su alcuni passaggi: non esiste che qualcuno possa pretendere dall’esterno le dimissioni o possa governare dall’esterno il nostro mondo. Questo vale sia per la politica sia per chi, dall’esterno, chiede come reazione le dimissioni di Gravina o di Spalletti».

LA DEFINIZIONE – Gravina rinvia il discorso presidenza federale: «Per quanto mi riguarda la scadenza è prevista a marzo del 2025, dove ci stavamo posizionando in tempi non sospetti per le elezioni. Queste avverranno nella prima data utile, non si possono fare prima della chiusura delle Olimpiadi come da statuto. Quella è l’unica sede dove decidere la governance, che sarà chiamata a fare le scelte. Le critiche sì, ma facciamole in prospettiva. Non c’è nessun contrasto tra federazione e politica, c’è un confronto dialettico che ha gli stessi limiti e vincoli che sta vivendo la Premier League col Governo inglese. Ma anche la Spagna col campionato spagnolo e la Francia col campionato francese. Ci sono dei limiti fra il mondo del calcio e le leggi dello Stato».

Gravina prova a capire i problemi del calcio italiano

PROGETTO GIOVANI – Gravina esclude di poter imporre i giovani in campo: «Ci sono delle leggi nazionali e internazionali che impediscono alcune scelte legate all’utilizzo dei giovani. È un fatto culturale, il fatto culturale passa attraverso alcuni numeri. Il 67% dei nostri calciatori sono stranieri, in Serie A abbiamo il 32-33% di calciatori selezionabili. Nonostante questo dato abbastanza riduttivo, ma in linea con altre realtà, stiamo resistendo alla richiesta di liberalizzare il tesseramento di extracomunitari. E questo porta attacchi politici molto difficili. Anche il campionato di Serie B ha avanzato la richiesta di tesserare almeno un altro extracomunitario: non c’è la capacità di capire come, per risolvere delle questioni di carattere economico-finanziario, bisogna puntare sui vivai. Lavorare coi giovani non è un costo, ma un investimento per il futuro della nazionale e dei club».

IL RISCHIO – A Gravina viene chiesto del rischio di non andare ai Mondiali: «La consapevolezza c’è, ci mancherebbe. Quando abbiamo parlato con Spalletti la nostra progettualità era al 2026. Nessuno è in grado di garantire un risultato senza un impegno e una progettualità. Io rispondo dal 2018, non è un caso che dal 2018 la scelta della FIGC sui giovani e i vivai è stata finanziare il più possibile l’attività di base. Tutta. E l’abbiamo fatto portando a casa risultati storici importanti. Ma questo deve portare ad aumentare il nostro talento e i selezionabili. Fra sessanta giorni approcciamo una nuova competizione, la UEFA Nations League: questo è il gruppo di giocatori, probabilmente verranno fuori altri ragazzi. Ma non possiamo pensare di cancellare tutto, dobbiamo recuperare la capacità di tirare fuori il meglio».

Niente ribaltone in FIGC, almeno fino al 2025

IL FUTURO – Gravina ribadisce: «Siamo tutti consapevoli del disastro inimmaginabile di non centrare, per la terza volta, la qualificazione ai Mondiali. Questo non per il risultato fine a se stesso, ma per il progetto che non avrebbe dato risultati immediati. Ricandidarmi? Credo sia prematuro, non mi sono soffermato sulla mia voglia e il mio entusiasmo di voler continuare questo percorso. Che peraltro è particolarmente impegnativo e mi impedisce da qualche mese di tornare a casa. Rispondo ai delegati e al mondo del calcio in un ruolo di servizio. Da ieri sera abbiamo iniziato un nuovo percorso, con il confronto e l’individuazione di alcuni errori. La risposta immediata è porre in essere una serie di atti che possano evitare errori del genere».

LE PROPOSTE – Per Gravina c’è un’idea per rilanciare il calcio italiano, disastroso agli Europei: «Abbiamo già iniziato a individuare cinque-sei tecnici di grande esperienza che lavorano nei club di Serie A. Istituiremo un organismo tecnico all’interno del Club Italia, affinché ci sia un maggior confronto con i club di Serie A. Questo per avviare una strategia per rinforzare i club e alimentare il serbatoio della nazionale. Questo è un lungo periodo di errori, ogni volta ci caschiamo e dopo alcune fasi di sfogo torniamo e ci adagiamo su un confronto politico meno aspro. Invece credo che il confronto politico debba essere talmente aspro da dare risultati positivi, altrimenti non si va avanti».

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