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Gravina non si dimette: «Non scappo. Riflessione dipende da alcune norme»

Gravina, presidente della FIGC, non si dimette e così anche Spalletti. Lo annuncia in conferenza stampa all’indomani dell’imbarazzante eliminazione dell’Italia agli Europei, annunciando di voler combattere alcune norme fra cui lo “scarso” spazio dato alle nazionali.

I RINGRAZIAMENTI Gabriele Gravina esordisce così dopo il disastro dell’Italia: «Credo sia giusto ringraziare tutti quelli che hanno dato un contributo significativo di lavoro per questo appuntamento. Mi riferisco a tutti i collaboratori, che in questi trenta giorni si sono impegnati per consentire la buona riuscita. È una giornata particolare, il nostro appuntamento con gli Europei si è concluso ieri. Tanti sentimenti e tante emozioni si accavallano, ma personalmente e un po’ tutti siamo dispiaciuti per non aver potuto riconsegnare o comunque dare a tutti i tifosi italiani quella gioia che meritavano e che comunque meritano. Dispiaciuti per il risultato, ma sappiamo che nel mondo dello sport è soggetto a tantissime varianti. Che comprendono anche la sconfitta».

Gravina non si dimette: il suo piano per rialzare l’Italia

IL DISCORSO – Gravina fa capire l’indirizzo: «Quello che rimane è la delusione per non aver potuto dimostrare, a chi ci ha seguito, tutto quello che è stato fatto in fase di preparazione da parte di questi ragazzi. Rimane la delusione dell’incapacità di esprimere quello che avremmo voluto fare, soprattutto non poter toccare con mano il carattere della nostra italianità. Che, nei momenti di difficoltà, reagisce ad alcuni limiti oggettivi che abbiamo sempre dimostrato. La riflessione ieri sera l’abbiamo fatta insieme io, il mister e Gigi Buffon con tutta la squadra. La delusione i ragazzi l’hanno condivisa con noi: non parliamo di un gruppo che si distacca dalle responsabilità. Le abbiamo divise tutti equamente, non abbiamo nulla da nascondere. Siamo tutti responsabili, ma dobbiamo continuare a esserlo appellandoci al senso di responsabilità».

NO SECCO – Gravina esclude le dimissioni: «Ieri sera abbiamo fatto una lunga chiacchierata anche col mister. Io sono molto pragmatico, credo sia impensabile risolvere i temi e i problemi abbandonando un progetto che dal primo momento abbiamo detto essere pluriennale. Non si può abbandonare un progetto dopo otto-nove mesi di attività di un tecnico, o di calciatori coinvolti in questo percorso. C’è da cambiare qualcosa, certamente sì, c’è da rivedere anche qualcosa in termini di approccio. Ci saranno delle riflessioni profonde, ieri sera abbiamo iniziato a confrontarci anche per un po’ di tempo con Spalletti. Dobbiamo crescere tutti, abbiamo solo un modo per poterlo fare e capire che, quando si cade come è successo a noi, bisogna avere la capacità di rialzarsi. Bisogna farlo con la capacità del progetto, la forza delle idee e soprattutto il lavoro».

Resta anche Spalletti: nessun ribaltone

PROGETTO CONTINUO – Gravina ribadisce: «Non ho la cultura di scappare e fuggire di fronte a grandi responsabilità che mi riguardano. I trionfatori di singhiozzi in questo momento si dilettano. Dividiamo le questioni politiche da quelle tecniche, il senso di responsabilità obbliga da parte mia a una lucidità. Bisogna essere lucidi e logici: non possiamo pensare di porre in essere degli atti che determinano danni ancora superiori rispetto ai momenti che dobbiamo vivere. Alcuni atti, in passato, sono stati compiuti e oggi siamo qui a parlare di difficoltà. Ma il progetto è pluriennale, con l’allenatore subentrato da nove-dieci mesi che è centrale. Ha avuto scarsa possibilità di utilizzare i calciatori e un programma che prevede una riflessione politica. Che non dipende dalle scelte del presidente federale, ma da alcune norme. Che tutelano certi imprenditori e vogliono ridurre lo spazio per le nazionali».

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