Caso ultras, rischio penalizzazione? Gli scenari su Inter e Milan – CdS
Il caso ultras continua a tenere banco, con Inter e Milan che presto saranno ascoltate dalla Procura di Milano come parte lesa. Ma occhio alle eventuali sanzioni: la penalizzazione non è da escludere.
QUESITO – Da ormai tre giorni tiene banco il caso ultras, in virtù dell’arresto di ben 19 persone (tra cui alti membri della Curva Nord e Sud dell’Inter) nella mattinata di lunedì. La Procura di Milano presto ascolterà anche Inter e Milan, ritenute dalla stessa Procura come parte lesa di questa vicenda. Ma si pone comunque un quesito: che rischi ci sarebbero qualora venga accertata una sorta di tolleranza, ‘sudditanza’ o, peggio, di contributo alle attività illecite dei sedicenti ultras? A tal proposito l’articolo 25 della Figc prevede, scrive il Corriere dello Sport, il ‘divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente. Inoltre, è previsto, per tutti i tesserati, il ‘divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società’ che siano ‘validate dalla Federazione’, fermo il fatto che dette relazioni debbano essere autorizzate dal cd. ‘SLO’ del Club.
Caso ultras, che rischi per Inter e Milan? Le eventuali sanzioni
EFFETTI – Di conseguenza, la decisione della Giustizia Sportiva, attraverso il procuratore Chinè, di raccogliere carte e documenti legati al caso ultras, ha ampia legittimità. Si tratta, al momento, di un’indagine conoscitiva. Ma se al termine della stessa, fosse accertata la responsabilità oggettiva di Inter e Milan allora i due club andrebbero incontro a delle sanzioni. Si va dall’ammenda a misure riguardanti le gare casalinghe (squalifica del campo o chiusura di un settore dello stadio). Ma occhio anche alle eventuali penalizzazioni in classifica, se verrà accertata la violazione dell’articolo 4 (lealtà, correttezza e probità).
Fonte: Corriere dello Sport – Avv. Mattia Grassani