Chi è Mbangula e cosa serve per vederlo all’Inter (senza mercato)
Mbangula riesce a prendersi la scena dopo la prima giornata di Serie A, che vede la Juventus in testa e l’Inter con le altre a inseguire. Il talento belga lanciato in tempi record da Thiago Motta è un esempio di pianificazione aziendale. Ed è esattamente il modello da seguire oggi
MILANO – Il protagonista della prima giornata di Serie A è senza dubbio Samuel Mbangula al secolo Samuel-Germain Kinduelu Mbangula Tshifunda – ma per il semplice fatto di essere la sorpresa assolutamente inaspettata. Il classe 2004 belga della Juventus fa il suo esordio nella massima serie italiana contro il Como e non perde tempo. Al 23′ segna il suo primo gol in Serie A, quello che apre le marcature in Juventus-Como a Torino. E al 90′ conclude in bellezza con l’assist per Andrea Cambiaso, che fissa il risultato sul 3-0. Una bella storia di calcio. Ancora più bella se si ricostruisce la storia di Mbangula, talento belga arrivato in Italia nel 2000. Chi è Mbangula? E perché l’Inter oggi non può ancora vantare una storia simile? Andiamo in ordine.
Chi è Mbangula, la sorpresa della Juventus di Thiago Motta all’esordio stagionale in Serie A
TALENTO BELGA – Mbangula è nato il 16 gennaio 2004 in Belgio. L’ala belga oggi ha 20 anni ed è arrivato a Torino nell’estate 2020, nel corso della sessione posticipata causa pandemia. Ciò significa che sta per completare il suo quarto anno consecutivo in bianconero, iniziando così la quinta stagione. Di conseguenza si tratta di un calciatore minorenne approdato in Italia e diventato in un trienno prodotto del vivaio nazionale italiano e, più precisamente, juventino. Mbangula è scuola Club Brugge ma arriva alla Juventus via Anderlecht in una maxi operazione. Tre anni nel Settore Giovanile della Juventus, tra le fila degli Allievi Nazionali Under-17 (un gol) prima e della Primavera Under-19 (12 gol) poi. Grande protagonista in UEFA Youth League con 4 gol, un assist e un rigore procurato in 7 partite. A seguire il salto nella seconda squadra Juventus Next Gen Under-23 in Serie C, dove Mbangula gioca complessivamente 25 partite tra Campionato (17), Play-Off (6) e Coppa Italia (2), segnando 2 reti. Ed ecco la Prima Squadra in Serie A grazie a Thiago Motta, che dà subito fiducia al 20enne. Già nel giro della Nazionale Belga dalle selezioni giovanili, oggi Mbangula è il numero 10 del Belgio Under-21 e non vuole fermarsi.
Inter in cerca di talento: da Kamate a Thiago Romano, tutto passa dalla seconda squadra
VERSIONE NERAZZURRA – In casa Inter oggi non esiste un Mbangula per tanti motivi. In realtà i talenti non mancano. Basti pensare che Issiaka Kamate, ultimo classe 2004 rimasto agli ordini di Simone Inzaghi ma in procinto di trasferirsi in prestito altrove, è addirittura più piccolo di Mbangula. Il problema è che il 20enne francese, dopo l’ultima annata da protagonista assoluto con la maglia dell’Inter Primavera Under-19 nel ruolo di ala destra, non sa ancora cos’è il calcio dei grandi. Il buon pre-campionato da esterno destro a tutta fascia nel 3-5-2 di Inzaghi per la conferma in Prima Squadra. Sarebbe stato utile lo step intermedio. Quello della seconda squadra Under-23 in Serie C. Il passaggio dal Settore Giovanile alla Prima Squadra è ancora tortuoso per i talenti. Una forbice troppo ampia a livello di competitività. Alla differenza atletico-fisica si aggiunge quella tecnico-tattica. Si tratta di un altro calcio per i talenti che necessitano di più tempo per esprimersi ad alti livelli. Non tutti riescono a bruciare le tappe. E lo stesso Mbangula ne è una dimostrazione. L’Inter oggi può sperare di “costruirsi” in casa un talento da valorizzare in futuro. La strategia di puntare sui classe 2006, soprattutto in caso di allestimento dell’Inter Under-23 in Serie C a partire dalla prossima stagione, andrebbe esattamente in questa direzione. Che la versione interista di Mbangula possa essere l’argentino Thiago Romano nel giro di un paio di anni? La speranza c’è, ora serve il tempo e soprattutto un vero progetto finalizzato alla valorizzazione interna dei propri talenti. Ma anche la fiducia da parte di allenatore e società.