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Frattesi: «Mi ispiro a due italiani. Spagna? Non ha più tre fenomeni!»

Dai suoi ideali calcistici italiani all’analisi della Spagna, prossima avversaria agli Europei dell’Italia: i passaggi conclusivi di Davide Frattesi in conferenza stampa.

GRUPPO – Davide Frattesi ha buone sensazioni su Spagna-Italia. Il centrocampista dell’Inter sa quali sono i punti di forza azzurri: «In questo momento penso che la Spagna individualmente sia avanti rispetto all’Italia. Quindi dovremo mettere in campo quello che è lo spirito italiano, che ci accompagna da tantissimi anni e che consiste nel saper soffrire e lottare. Poi speriamo di poter vincere, però questo è fondamentale. Se la mettiamo sui duelli uno contro uno è una partita molto difficile. Se invece la mettiamo sotto il profilo del gruppo e del sacrificio credo che riusciremo a fare una grande partita».

Frattesi analizza la Spagna a -3 dalla sfida dell’Italia

ESEMPI – Sui modelli di gioco e sulle caratteristiche della Spagna Frattesi dichiara: «Il giocatore a cui mi ispiro? Un esempio per me è Perrotta, più recentemente Marchisio. Questi sono i due modelli che ogni tanto mi guardo anche per capire meglio le posizioni e i movimenti perché si può sempre migliorare. Rodri nella Spagna credo che al momento sia il centrocampista più forte del Mondo. Io e gli altri centrocampisti col peso di dover far gol? Credo che quelle siano caratteristiche, non è una cosa che pesa ma solo che dà stimolo. In questi ultimi tre mesi Scamacca ha dimostrato che sa benissimo far gol in qualsiasi occasione. Adesso non ha avuto l’occasione giusta ma sono sicuro che appena si presenterà una saprà sfatare questo mito del nove italiano che dicono che manca. Invece noi ce l’abbiamo».

FENOMENI – Dopo un piccolo passaggio sull’Inter Frattesi si sofferma ancora sulle potenzialità della Spagna: «Se ho parlato con Inzaghi e Marotta? No, ci siamo solamente salutati. Col mister poi ci risentiremo. La Spagna ha fatto meno possesso palla nell’ultima sfida? Ogni partita va rivista bene. Se sono 3-0 non c’è bisogno di fare possesso palla. O meglio, va bene ma non è una cosa così importante. Quando io sto 3-0 il mio interesse è non prendere gol per non far riprendere fiducia agli avversari. Credo che sia una versione un pochino più moderna della Spagna che si è messa al passo con il calcio d’oggi, anche se fondamentalmente non ha più quei tre fenomeni a centrocampo che tenevano quel possesso palla. Li hanno fortissimi, però non sono più quei tre che ti facevano girare tutta la squadra e non ti facevano mai prendere la palla. Questa è una versione più moderna e non so se è un vantaggio o meno».

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