In casa Inter il Mondiale non sta portando buoni frutti per quando riguarda l’attacco. Ad oggi Edin Dzeko è l’unico del parco offensivo a dare certezze a Inzaghi
CAMBIO DI VEDUTE − Manca esattamente un mese al ritorno della Serie A. L’Inter nel pomeriggio volerà a Malta per l’ormai noto mini-ritiro con la testa ovviamente alla prima del 2023 contro il Napoli. In attesa della grande e decisiva sfida contro gli azzurri, i ragazzi di Simone Inzaghi dovranno affrontare cinque test-match (vedi editoriale). Se il campionato di ‘clausura’ inizierà proprio il 4 gennaio, quello di ‘apertura’ è finito praticamente tre settimane fa. Il 13 novembre, i nerazzurri trionfavano a Bergamo per 2-3 contro l’Atalanta incasellando la sesta vittoria nelle ultime sette partite di campionato. Il breve intermezzo del Mondiale (sono passate esattamente due settimane dall’inizio della kermesse), ha già instaurato una sorta di spartiacque in casa Inter. Se prima del Mondiale – e anche la vittoria contro l’Atalanta ne era sta la perfetta dimostrazione, il problema era la difesa (22 reti subite) – adesso la prospettiva del problema è totalmente cambiata. Nel mirino è finito l’attacco. Con un Romelu Lukaku ‘in depressione’, un Lautaro Martinez ancora a secco e un Joaquin Correa nuovamente ai box (e senza Mondiale), il parco offensivo dell’Inter si è praticamente ridotto ad una sola persona: Edin Dzeko. Ad oggi paradossalmente è proprio il bosniaco l’unico uomo a dare certezze ad Inzaghi.
Dunque, doppio compito per l’Inter e Inzaghi. Non solo risolvere il problema difesa, ma adesso anche la grana attaccanti. A differenza però della prima questione, puramente tattica, la seconda è di natura psicologica. Lukaku, dopo i clamorosi errori col Belgio, dovrà essere ritrovato mentalmente. Big Rom ha chiuso un 2022 da dimenticare sia con il club che con la Nazionale. In casa Inter dovranno essere bravi a ricaricarlo a dovere. Da gennaio in avanti, il livello della competitività aumenterà notevolmente e non ci sarà più il tempo materiale per aspettare qualunque giocatore. Quanto a Lautaro Martinez tanto dipenderà dalle ultime fasi del Mondiale. Ieri contro l’Australia si è divorato due clamorose palle-gol (vedi pagella). Il Toro non riesce ad incidere e la staffetta con Julian Alvarez non aiuta. L’unica speranza è l’abitudine: l’argentino vive ormai da anni con questi alti e bassi, probabilmente con un gol potrebbe nuovamente sbloccarsi. Meglio se lo facesse prima di ritornare a Milano. E poi la questione Correa. Anche in questo caso, il Tucu è da ritrovare sia fisicamente che psicologicamente. L’esclusione dal Mondiale per l’ennesima ricaduta è un macigno che ancora pesa. Inzaghi ha bisogno del suo pupillo al 100%. Dicembre è il mese prima della tempesta. Dopodiché il tempo è scaduto.
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