Inzaghi, la panchina scricchiola. Una parola riassume l’esperienza
Simone Inzaghi non è sicuro della panchina per la prossima stagione, la dirigenza dell’Inter sta già studiando le possibilità sul mercato. Veramente è andato tutto così male in queste due stagioni? Per salvare il posto serve una risposta immediata.
RIMPIANTI – L’anno e mezzo di Simone Inzaghi si può riassumere in una semplice parola: rimpianto. L’unico e il più grande, quello di non aver conquistato la seconda stella vincendo lo Scudetto ai danni del Milan. Quei due mesi di stop contro Genoa, Fiorentina, Milan, Napoli e Sassuolo sono costati la gloria ai nerazzurri, che hanno avuto la seria possibilità di aprire un ciclo anche senza una proprietà solida. La famiglia Suning non dà garanzie per il futuro, nonostante questo l’allenatore non è certo di rimanere sulla panchina. I trofei sono arrivati, due volte la Supercoppa Italiana e una la Coppa Italia, ma non hanno affatto cancellato l’immagine di Davide Calabria con lo Scudetto al cielo.
Inzaghi, duro prezzo da pagare
ADDIO – Nella stagione attuale ci si aspettava un passo in più, una crescita importante, ma non c’è stata. L’addio di Ivan Perisic ha generato conseguenze non indifferenti per il gioco di Inzaghi, oltre a questo Romelu Lukaku non ha dato l’apporto sperato. Contro la Juventus è arrivata la peggiore prestazione dell’anno, forse quella che più ha sottolineato l’involuzione della squadra. Manovra lenta, prevedibile, facilmente leggibile e mai in grado di tramutarsi in qualcosa di pericoloso. L’Inter si è prestata al gioco di Massimiliano Allegri, che ha dovuto semplicemente attendere e sfruttare le ripartenze contro un avversario fragile, mai così in difficoltà dagli anni di Stefano Pioli e Frank de Boer. Oltre alla situazione sul campo preoccupano soprattutto i risultati. Senza la qualificazione in Champions League l’esonero di Simone Inzaghi è certo.