Giuseppe Marotta, presidente ed AD dell’Inter, è tornato a parlare dell’allarme relativo ai troppi impegni per i giocatori. Tema delicato in questo momento per il calcio, il suo intervento su Rai Radio 1.
NAZIONALE E NON SOLO – Giuseppe Marotta parla della Nazionale e prende posizione duramente: «Sono andato in Germania da tifoso e dirigente del calcio italiano, sono rimasto ben impressionato dall’entusiasmo e dal clima che si vive. Siamo campioni in carica, abbiamo aspettative, sono ottimista. Questo è un gruppo che ha basi umane e tecniche di grande spessore. Mondiale per Club? Le informazioni non sono concrete, il Mondiale per Club viene accettato da noi perché è vetrina importante. È un ulteriore supplemento però nei calendari, questo crea un grande problema già presente nel nostro calcio negli ultimi anni. Ci saranno più match in coppe internazionali con la nuova Champions, per aggiudicarsi la coppa uno può giocare 15 o 17 partite con i playoff. Il calendario si comprime, andrebbe rivisto alla luce delle competizioni. A mio giudizio la Serie A andrebbe ridotta a 18 squadre».
IMPEGNI – Marotta ha continuato: «Se da una parte il Mondiale per Club è motivo d’orgoglio perché calchi un palcoscenico di storia, dall’altra dobbiamo tutelare il lavoro dei nostri ragazzi. I carichi di lavoro non sono più sostenibili, questo pregiudica anche lo spettacolo e porta a effetti negativi. Nella stagione 22-23 quando siamo arrivati in due finali Barella ha giocato 52 partite da inizio agosto a metà giugno. Il rischio infortuni è veramente concreto. L’Italia? Abbiamo un’età media giusta, questa è una squadra che darà soddisfazioni tra un paio d’anni quando arriveranno al top della maturità. Spalletti e i suoi ci fanno divertire, siamo organizzati e belli da vedere. La maturità, l’esperienza, servono molto. Si sono tracciate le basi per far sì che questo gruppo possa continuare con inserimenti occasionali».
L’ALTRO CENTROCAMPISTA – Marotta ha infine esaltato un altro: «Frattesi è un elemento molto valido. Soprattutto perché è un giocatore molto moderno. Ha una forza agonistica impressionante e sa adattarsi a qualsiasi squadra e richiesta. Il calcio ormai va alla ricerca di giocatori eclettici, lo diciamo da anni. Il compito dei dirigenti è trovare giocatori con queste caratteristiche. Come per noi è Davide Frattesi. Lo sport rappresenta un patrimonio della nostra Italia con il turismo. Va tutelato come risorsa. Non siamo più l’el-dorado del calcio, siamo un calcio di transizione. Gli ingaggi notevoli fuori dall’Italia attraggono. La nostra capacità dovrà essere quella di sostituirli. Delle 20 proprietà di Serie A ce ne sono 10 straniere, il modello di mecenatismo italiano è stato abbandonato. E io dico menomale, perché altrimenti il nostro calcio perderebbe di solidità. Oaktree dà stabilità, continuità e grande trasparenza e richiede rigidità economico-finanziaria. No alle spese folli».
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