Salernitana-Inter (0-4): Inzaghi trova la (s)quadra grazie al fattore R
Salernitana-Inter si scrive così ma si legge Salernitana-Lautaro Martinez. Lo 0-4 firmato in appena 27′ dal capitano nerazzurro, dopo il suo ingresso in campo, ricorda il potenziale della rosa di Inzaghi… se sfruttato appieno! Di seguito l’analisi tattica di Salernitana-Inter in Serie A
Pre-Game Analysis: modulo e scelte di Inzaghi
FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Simone Inzaghi per affrontare la Salernitana in Serie A in trasferta: 1 Sommer; 28 Pavard, 6 de Vrij, 15 Acerbi; 2 Dumfries, 23 Barella ©, 20 Calhanoglu, 14 Klaassen, 30 Carlos Augusto; 9 M. Thuram, 70 A. Sanchez.
In-Game Analysis: sviluppo e lettura di Salernitana-Inter
HIGHLIGHTS – Appena disponibili, clicca qui per vedere il video con tutti i momenti salienti e i gol di Salernitana-Inter, stravinta 0-4 dalla squadra nerazzurra grazie allo spettacolare poker di Lautaro Martinez (arrivato a quota dieci gol stagionali) tra il 62′ e l’89’ del secondo tempo. L’Inter sale a quota 18 punti in classifica, riprendendo così il Milan, già vittorioso in casa contro la Lazio.
SOSTITUZIONI – Nel secondo tempo, al 55′ e sul risultato di 0-0, triplo cambio iniziale per Inzaghi: fuori Calhanoglu, Klaassen e Sanchez, dentro Asllani, Mkhitaryan e Lautaro Martinez. Con la tripla staffetta cambia la coppia mediana sul centro-sinistra e si invertono i ruoli in attacco. Al 79′ quarto cambio dell’Inter: fuori Dumfries, dentro Darmian. Altro avvicendamento ruolo per ruolo sulla fascia destra. Infine, all’86′ arriva il quinto e ultimo cambio dell’Inter: fuori Barella, dentro Agoumé. Il francese fa l’esordio stagionale giocando da mezzala destra nei minuti finali.
Player Analysis: focus sul singolo in maglia Inter
PROTAGONISTA – Citazione inutile solo per riempire il paragrafo dedicato: Lautaro Martinez. Entra. Segna quattro gol. Esce. Già dieci gol (decisivi) nelle prime otto partite stagionali. Illegale.
Post-Game Analysis: considerazioni su Salernitana-Inter
COMMENTO – Nel primo tempo l’Inter, avendo approcciato bene, fa la partita. Peccato sia imprecisa come non mai. Potrebbe segnare il gol dello 0-1 dal primo all’ultimo minuto ma Sanchez e compagni non ne vogliono sapere di inquadrare la porta di Ochoa. E bastano 5-10′ di appannamento per rischiare di ritrovarsi sotto. La squadra di Inzaghi spinge perlopiù sulla fascia destra, dove la posizione troppo defilata di Barella toglie la possibilità a Pavard di lanciarsi in profondità raddoppiando l’ottimo Dumfries. Cross e passaggi, anche da sinistra, faticano ad arrivare puliti sui piedi e sulla testa di Thuram. Gli inserimenti di Klaassen, dopo un avvio fin troppo timido, creano spazi e occasioni interessanti ma senza il premio del gol. Serve una sterzata e arriva con l’ingresso della coppia Mkhitaryan-Lautaro Martinez. Da quel momento in poi non c’è più partita. L’Inter continua con il suo giropalla indisturbato ma con il numero 10 argentino come riferimento centrale in area di rigore finalizza ogni occasione creata tanto da destra quanto da sinistra. Quattro – rigore compreso – alla fine. La scelta paga: l’Inter di Inzaghi rifiata nella prima ora di gioco e stravince nella mezz’ora finale. Che sia di esempio il netto 0-4 di Salernitana-Inter, perché si può controllare e gestire una partita anche “invertendo” i tempi.
Flash Inter: editoriale extra-analisi tattica
OSSERVAZIONE – La squadra schierata da Inzaghi a Salerno viene tacciata di turnover. Turnover inteso come “giocano le riserve, quelli scarsi”. E le riserve sono quelle guidate da Pavard. Da Klaassen, all’esordio dal 1′ in Serie A. E da Sanchez, alla prima da titolare nella sua speciale Inter-bis. Senza dimenticare i vari Acerbi, de Vrij e Carlos Augusto. Tutta gente che sarebbe titolare probabilmente in tutte le squadre di Serie A, esclusa qualche eccezione. Co-titolari di lusso. Titolari a tutti gli effetti quando i compagni – che è giusto definire “titolarissimi” – sono stremati. E devono riposare per necessità, non tanto per scelta. Perché c’è differenza tra “devono” e “possono”. La differenza si vede. Quando al 55′ Inzaghi inserisce Mkhitaryan e Lautaro Martinez, finalmente freschi – a differenza degli avversari – e riposati, l’Inter diventa devastante. Le rotazioni servono a questo. In campo dal 1′ vanno i migliori, che sono quelli che stanno meglio. Quelli sono i migliori. Senza intoccabili. Le partite si possono vincere tranquillamente in 60′ ma anche sui 100′, se si evitano errori e regali in difesa. La rosa “più lunga” va sfruttata a dovere e in Salernitana-Inter finalmente si vede questo potenziale vantaggio competitivo nerazzurro: Inzaghi si affida al fattore R e non sbaglia. R come rotazioni, preziose più per tornare a Milano con altri tre preziosi punti in Serie A che a “risparmiarsi” in vista del Benfica in Champions League.
Clicca qui per leggere anche l’analisi tattica sulle partite precedenti dell’Inter di Inzaghi.